Pappagallini brillanti di Donatella Cheri, Aletti editore, 2022

Redazione

 

«Il titolo della raccolta di Donatella Cheri si ricollega alla sua poetica: una leggerezza di fondo che permette di affrontare i problemi con una certa serenità. Questo non significa dimenticare la serietà di situazioni e drammi esistenziali, ma reagire consapevolmente di fronte alle difficoltà, quasi, a passo di danza».

È nella prefazione di Alessandro Quasimodo che scopriamo il senso dell’originale titolo “Pappagallini brillanti”.

L’opera è suddivisa in tre sezioni: “Riflessioni riflesse”, introdotta da una poesia di Giuseppe Ungaretti (Ho sognato stanotte una piana striata d’una freschezza/In veli varianti, d’azzur’oro alga); “Mestieri” (dal nuotatore al pescatore; dal poeta al giornalista, all’infermiere al buon conduttore tv); “Giochi di bambina” (Leggera, immersa nel tuo fingere e incurante del mondo intorno a te, piroetti ignara in un mare d’amore  – Bambina ballerina”).

Nei versi, l’ispirazione viene dalla natura, dall’umanità, spesso sofferente, dalla città in cui l’autrice vive, dalle persone che frequenta, dalla cultura.

Lo stile è caratterizzato da brevità, concisione, asciuttezza.

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