“Il figlio dell’estate” coinvolge nella lettura anche emotivamente. L’autrice costruisce una trama “psicologica” che svela man mano i retroscena di un trauma rimosso dal protagonista, voce narrante senza nome, forse perché alla ricerca della sua identità sino all’ultimo. La scrittura della Muscolino è scorrevole, fluida e scandaglia l’io disorientato del protagonista, falsamente sicuro e vigliacco. Vi è una particolare attenzione ai personaggi secondari.
Le cornici ambientali sono suggestive, curate e il lettore si immerge nei paesaggi siciliani, per poi viaggiare verso Firenze, Berlino, Étretat.
Non svelo altro sulla freschezza delle estati vissute dal protagonista con la passione per i tuffi e la conseguente e dolorosa “densità” esistenziale attraversata.
La Muscolino incuriosisce con la sua versatilità stilistica, dedicandosi a più generi letterari e spaziando dai racconti alla poesia sino ad arrivare al romanzo.