Le ali di Berta di Sara Lundberg, Orecchio Acerbo, 2021

di Lucia Schiralli

 

Narra la storia dell’artista svedese Berta Hansson, fra le espressioniste più importanti del suo paese, vissuta fra il 1910 e il 1994. La sua biografia è davvero ricca di avvenimenti e tappe significative. Svolge il lavoro di insegnante, poi viene scoperta come artista e si dedica alla pittura; infine, dopo un viaggio in Sudafrica dipinge tessuti in cui esprime i suoi sentimenti anti-apartheid, negli ultimi anni della vita, si dedica alla scultura.

Il libro racconta solo l’infanzia di Berta, la vita semplice trascorsa in campagna, la sofferenza per la malattia della mamma, il dolore per la sua perdita e per non essere compresa dagli altri. Solo lontana da tutti riesce ad essere se stessa, con il suo blocco per gli schizzi regalatole dallo zio: «Se chiudo gli occhi e mi concentro, sento un formicolio nelle mani. Come elettricità. Forse è per questo che mi piace tanto il disegno che mi ha dato zio Johan. Mi ha anche raccontato di Michelangelo, l’artista che l’ha dipinto sul soffitto di una chiesa in Italia, tanto tanto tempo fa. All’inizio ero imbarazzata perché Adamo è tutto nudo, ma ora è il mio preferito. La cosa più bella sono le mani. Il modo in cui quasi si toccano»

 

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