La ferita di Emma AdBåge, Camelozampa, 2024

Redazione

 

Giovedì sono cascato.

SBAM! Sono finito dritto per terra.

«Sei vivo?!» ha gridato Sisse.

«Credo di sì» ho sussurrato.

Tutti mi guardavano a bocca aperta.

«Esce il sangue!» hanno detto.

Era vero. 

 

A volte si può passare in un istante dall’invisibilità all’essere al centro dell’attenzione, diventare la persona che tutti vogliono per amica. Può bastare una caduta, con una spettacolare ferita da esibire. È emozionante e bellissimo ricevere tutta quell’attenzione.

Le dinamiche relazionali tra bambini sono raccontate con sincerità e naturalezza. Non manca l’ironia, soprattutto verso gli adulti: basti pensare che tutto succede perché il protagonista stava saltando sul tavolo da ping-pong, non potendo giocarci perché le racchette sono tutte “rotte o sparite”. Per non parlare di quando un insegnante suggerisce di usare i pastelli verdi o blu per disegnare le ferite, dato che quelli rossi sono finiti: una vera insurrezione lo costringe a tirar fuori gli acquerelli.

Le illustrazioni di Emma AdBåge sono vivacissime e catturano con pochi tratti essenziali tutte le emozioni dei protagonisti.

 

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