I templari lungo la via Emilia occidentale. Storia e leggende di Alberto Cavazzoli, CN/Oligo, 2024

Redazione

 

«Le Templiers sont parmi nous» scriveva il noto e controverso scrittore francese Gérard De Sède, «i Templari sono fra di noi», e ancora qui tra noi possiamo trovare “frammenti” della loro presenza. Perché i monaci guerrieri non furono presenti solo in Terra Santa o in Francia, ma per almeno due secoli stanziarono sulla più grande arteria viaria dell’Italia, la via Emilia, proteggendola e portando in quei territori le straordinarie conoscenze che avevano acquisito in oriente.

Alberto Cavazzoli, esperto di esoterismo e leggende medioevali, ci guida alla scoperta di quanto ancora rimane dei luoghi templari emiliani: resti di commende, magioni, ospitali e chiese che, a dispetto della damnatio memoriae che colpì l’ordine, si scoprono nelle città oppure abbandonati nelle campagne.

 

Premessa. Dei cavalieri dell’ordine del Tempio di Gerusalemme si è detto e scritto molto, quindi non mi prodigherò nella narrazione della loro straordinaria storia, ritenendo plausibile che chi leggerà questo libro ne sia già a conoscenza. Mi spingerò invece, per darne un resoconto il più particolareggiato possibile, verso quei luoghi e quelle terre dove i Templari hanno vissuto, terre che si estendono lungo la Pianura Padana, a conferma che i cavalieri non furono presenti solo in Terra Santa o in Francia: almeno per due secoli, infatti, stanziarono sulla più grande arteria viaria dell’Emilia, proteggendola e portando in quei territori le straordinarie conoscenze che avevano acquisito in Terra Santa. «Le Templiers sont parmi nous» scriveva il noto e controverso scrittore francese Gérard De Sède, «i Templari sono fra di noi», e ancora qui tra noi possiamo trovare “frammenti” della loro presenza: resti di commende, magioni, ospitali e chiese che, a dispetto della damnatio memoriae che colpì l’ordine, si scoprono tra le città oppure abbandonati nelle campagne. (A. Cavazzoli)

 

 

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