Vita meravigliosa di Patrizia Cavalli, Einaudi, 2020

di Claudia Zuccarini 

 

Per quale errore di sensi e di memoria

mi ero fasciata dentro il tuo colore

scuro d’occhi e di pelle e scuro

di parole che si fermano in ombra

spaventate? Ero chiusa interrata in quella fossa

dentro il contorno umido e melmoso

delle tue labbra che vantano corrucci.

Per quale errore simile all’Errore

io riduco le grandi praterie all’erbetta

infelice che cresce nel tuo vaso

e riduco il teatro alla parrocchia?

 

Per scrivere di questa pubblicazione della Cavalli, l’ultima prima della sua morte, ho scelto di cominciare dai suoi versi.

Vita meravigliosa è un regalo che l’autrice ci ha lasciato, una produzione matura, ricca. Sembra di osservare la vita attraverso una lente di ingrandimento: tutto è dilatato, dalle foglie degli alberi ai suoni prodotti da sedie spostate. E sembra che anche lo scorrere del tempo abbia un colore ed un suono, così come la sua fragilità che è la fragilità di ogni essere. Patrizia Cavalli intinge la penna nelle tonalità più varie delle cromie e degli stati d’animo, producendo versi toccanti, bellissimi e partecipi. Il suo linguaggio poetico, sempre attinto al pozzo della ricercatezza e al contempo della quotidianità, si avvale di una metrica musicale il più delle volte generata da rime alternate.

Per librare nel cielo rimanendo sulla terra è necessario leggere poesia di alto livello e la Cavalli rientra senz’altro nella poesia con la P maiuscola.

 

 

Lascia un commento