Chi è morto alzi la mano di Fred Vargas, Einaudi, 2006

di Claudia Zuccarini 

 

Fred Vargas, pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau, è una scrittrice francese. Ricercatrice presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (CNRS), alterna il lavoro con la scrittura durante le sue ferie. Ferrata nei romanzi polizieschi, si dedica anche alle sceneggiature per la televisione e dalle sue opere sono state tratte produzioni filmiche.

Lo stile particolare mescola il noir onirico con lo studio accurato dei personaggi, che sembrano strampalati ed usciti per l’appunto da un sogno ma quanto mai credibili nella loro realtà letteraria.

Se cercate un buon libro da portare sotto l’ombrellone e che vi catturi, potete affidarvi a Fred Vargas. Per chi voglia approcciarsi alle sue opere sarebbe utile cominciare “Io sono il tenebroso”, poiché vengono presentati per la prima volta i nuovi personaggi ideati dall’autrice: tre giovani storici e un vecchio poliziotto sollevato dal servizio.

Vargas non ci fa comunque rimpiangere il buon commissario Adamsberg e delinea quattro figure irreali, ironiche, spiritose e intelligenti (che sembrano parenti stretti del Signor Malaussene di Pennac).

Chi è morto alzi la mano è intessuto benissimo, il ritmo è incalzante e non si intuisce chi sia l’assassino fino alla fine. I dialoghi sono spassosissimi e surreali, i protagonisti anche. Sebbene la figura di Marc sembri avere maggiore rilievo, non viene meno la luce su ognuno degli “evangelisti della topaia”, che abitano in un’improbabile casa secondo una stratificazione storica.

Vargas non delude mai che la si legga in spiaggia o altrove.

 

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