Può essere invisibile l’arte?

di Roberta Positano

 

Esiste un Sud che non è solo pizzica, mare o vacanza ma anche un Sud che pensa, che crea, come i dieci poeti e i dieci pittori che oggi, uniti, ci presentano un testo di 66 pagine dense di emozioni, di immagini, di sensazioni: “Il Sud tra volti e paesaggi”, un’antologia curata da Cosimo Rodia e Carlo Solferino.

Dieci poeti che ci offrono trenta liriche e dieci pittori che, a scelta ne rappresentano dieci; perché “La pittura è una poesia muta e la poesia una pittura parlante” (Simonide), come riporta in Premessa il curatore tarantino.

Nel saggio introduttivo Cosimo RODIA ci mostra un Sud straripante di arte e quanto fuorviante sia stato lo strabismo della critica accademica.

Traboccante di orgoglio è la presentazione di Carlo SOLFERINO che ci ricorda la grande fortuna di coloro che vivono al Sud, coinquilini della Bellezza.

Superando la ridicola diatriba che sotto Roma vi sia un deserto culturale, diatriba posta in essere da chi non sa vedere e sentire, il Sud pullula di menti fertili e generose capaci di dar voce alle grandi emozioni che ritroviamo nelle pagine del testo in esame.

La prima illustrazione rappresenta con una espressione verista le radici di una terra “ricca di storia” e di sapere, raffigurante la poesia di Daniele GIANCANE “Al tempio di Hera”. Nella lirica riecheggiano le voci di Pitagora, di Archita mentre il poeta cerca remote armonie, interrogando pietre – messaggi.

Nella pubblicazione delle tre liriche proposte da ogni autore, mi soffermerò ad evidenziare solo quelle rappresentate pittoricamente, invitando il lettore a prendere visione delle altre direttamente dal testo.

La seconda poesia di Marilena CATALDINI ci regala un inno alla “Bella terra” a una “umanità ingegnosa”. Nei suoi versi prendono corpo i campanili con i loro suoni, il profumo dei legumi, i carrubi, i fichi d’India e quei galeoni naufragati spiati da sguardi nascosti dietro vetri abbelliti dai bianchi merletti.

Mirene GENINET con tratti decisi e semplici illustra una scogliera e un arenile sul quale è adagiato un galeone.

Annarita CAMPAGNOLO decanta l’uva e la sua crescita nella descrizione dell’abbondanza e del sacro lavoro. Maria Giovanna CAMPAGNOLO la rappresenta con un piacevole e sereno volto di una fanciulla che offre un frutto carico di fertilità “il melograno”.

Giorgia DEIDDA nella lirica ermetica “Si bagna” ci pone domande alle quali Annibale PACE risponde scomponendo immagini e sensazioni per ricomporle intorno a un calice rosso.

La poesia di Maurizio EVANGELISTA in pochi versi racconta il destino di Maria, uguale a quello di tante altre ragazze non solo del sud; la poesia è raffigurata da Carlo SOLFERINO che usando solo il bianco e il nero riesce a riprodurre la bellezza dei luoghi e il dolce volto di una giovane donna in attesa che si compia la sua sorte.

In “I ricordi sono pietre sgusciate” Leo LUCERI rivede il tempo passato attraverso ricordi che si trasformano in attimi sfuggenti, momenti cristallizzati dalla pittrice Lucia PELAGI, in un vecchio vicolo, dei fichi che ne rappresentano la dolcezza, un volto evanescente e quel vino che fuoriesce minaccioso a macchiare un bianco foglio.

È di Alfredo CHIRONE la rappresentazione di otto donne, vestite di nero, con capelli neri, occhi neri e mani in movimento che ci descrive “A Sud” di Grazia MAREMONTI,   una terra arida, assetata nella quale si ha la forza di gridare la propria vitalità.

E, in un libro che parla di Sud, non poteva mancare il grande gigante, il vecchio saggio con tutte le sue rughe, con tutte le sue caverne, il meraviglioso ulivo che, Tina QUARANTA ha disegnato con tutti i nodi e le forme sofferte che caratterizzano i contadini del Sud a rappresentare la poesia di Cosimo RODIA “I Sogni”. Il poeta nasconde i segreti, incrocia le dita, depone i sogni che il vento disperde.

Alessandro ZAFFARANO li lascia nel cassetto i suoi ricordi per intraprendere un viaggio verso il sud alla ricerca del sole che possa scaldargli l’anima; Antonella LONGO raccoglie il suo desiderio di cambiamento e alla guida di un’auto, percorrendo una strada di alberi morti, intravede un sole nascosto tra le nuvole.

Giuseppe ZILLI oltre “le ragnatele che avvolgono l’anima” i gomitoli di sudore, le ansie vede un ago di luce riappropriandosi di programmi, tempi, silenzi. Silenzi vecchi che soffocano la brina, mentre la matita di Rosa LAURO ne raccogli le emozioni per dare vita ad una immagine suggestiva.

Dieci poeti, dieci pittori che attraverso le loro opere mostrano le idee feconde degli artisti del Sud e della capacità di vedere la stessa realtà con mille sfaccettature diverse come fosse un diamante.

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