Il mio tempo di mezzo di Rosa Cecere

di Roberta Positano

  

In viaggio

Percorro immagini

che non riesco

a pensare

se non su di un nomade treno,

nel quale scorre tutto ciò che

ancora non mi ha sorpreso e

dove solo il fischio di questo treno

farà sì

che non abbandoni l’idea di tornare a tutte le cose.

 

In questa poesia “un nomade  treno” è un’immagine potente e poetica. Trasmette irrequietezza movimento c’è nella poesia una tensione tra il desiderio di scoprire nuovi orizzonti e la possibilità di rimanere indifferente. Si nota un tono riflessivo, un sussurro per esplorare il viaggio . Rosa evidenzia la sua sottile sensibilità per una introspezione acuta e dimostra una notevole capacità nel tradurre le esperienze quotidiane in riflessioni universali . “In viaggio” è una metafora della vita vista come movimento, dove il treno diventa uno spazio sospeso e il tempo si dissolve .

Nella poesia si notano due tensioni fondamentali la ricerca del nuovo e il richiamo alle radici (Il ritorno). Il tutto è sussurrato, descritto con  tono sommesso; il treno rappresenta una vita in movimento, nomade simboleggia l’instabilità; il senso di sospensione è creato dall’attenzione tra ciò che è conosciuto e ciò che non lo è ancora. La poetessa crea immagini che sfuggono alla razionalità.

Il fischio del treno invita a tornare al contatto con le cose ,con la realtà, con se stessi, (tutte le cose)  è volutamente un termine ampio .

Il linguaggio usato dalla poetessa è un linguaggio semplice e diretto ,la sua poesia ricerca una essenzialità che consente al lettore di colmare i vuoti con la propria esperienza . Rosa Cecere nella sua biografia ci mostra le sue radici saldamente ancorate alla campagna di Martina Franca, la sua è una voce lirica profondamente legata ai cicli della natura e alle introspezioni dell’anima. Laureata in scienze dell’educazione è una educatrice in un contesto multiculturale c’è  nei suoi versi una sensibilità per il dettaglio quotidiano che si intreccia con una riflessione filosofica sui temi del tempo, dell’identità ,e della relazione tra l’uomo e l’ambiente .

I temi sono vari,  , il tempo è elemento centrale  visto come un luogo sospeso un luogo, un’occasione per assaporare la vita ma riflettere anche sulle cose effimere compiendo un viaggio interiore tra passato presente e futuro.

È sempre il tempo il tema che ritroviamo nella poesia “Echi” dove questa volta il tempo concede il dono della consapevolezza .

Altro tema  è quello della natura, vista come specchio dell’essere umano; lo ritroviamo nella “gentilezza della terra” dove la foglia e il vento simboleggiano la fragilità dell’esistenza umana e nell’”ulivo “dove si evidenzia una riflessione amara sul legame tra l’uomo e la natura, legame segnato dalla distruzione e dalla indifferenza sebbene carico di una dignità silenziosa.

Altro tema è l’amore e l’indifferenza nella poesia” l’amore cos’è” Cecere esplora la complessità di questo sentimento che oscilla tra l’ idealizzazione e la disillusione; l’immagine della spugna che assorbe per inerzia cattura il carattere ambiguo dell’amore vitale ma spesso inconsapevole.

Ancora nella poesia “l’indifferenza” la poetessa mostra  come lo stato dell’anima possa essere tanto vincolante quanto liberatorio; intrecciando le immagini con l’edera, le salive e i soffioni per descriverne gli effetti in “quasi inverno” l’identità e il viaggio implicano un cambiamento. L’immagine del pettirosso che trasforma l’inverno in una fabula suggerisce la possibilità di un riscatto anche nei momenti difficili.

Nella poesia “la realtà “vi è una sfida all’illusione delle apparenze poiché il valore autentico non risiede nei doni superficiali ma nell’esperienza vissuta.

Lo stile di Rosa Cecere è uno stile che usa le immagini della quotidianità   per accedere a una riflessione universale.

La sua poesia ci mostra una ricchezza sensoriale dove il gusto si mescola alla luce e al tutto in una tensione tra osservazione e introspezione che invita il lettore a riflettere senza dare risposte. I suoi versi seguono un ritmo libero con pause strategiche che amplificano l’impatto emotivo  accompagnandoci in un viaggio poetico dove la natura,  il tempo e l’interiorità umana si incontrano in una danza intima e profonda che nella loro semplicità aprono varchi verso una complessità esistenziale  invitando il lettore a esplorare le proprie dimensioni nascoste.

La tematica principale di tutta la poetica dell’autrice è comunque il tempo.

Il tempo che non è solo un elemento passivo ma è un’entità viva mutevole sfuggente che influisce anche sulle scelte dell’essere umano; l’immagine del pendolo implica l’instabilità il continuo oscillare tra gli opposti tra il passato e il futuro, tra l’attesa il ricordo, l’inizio e la fine . Il pendolo graffiante segna, plasma ma offre anche l’opportunità di riflettere.

“In quasi inverno” il tempo  viene visto nel cambiamento stagionale e implica la trasformazione suggerita dall’immagine del pettirosso che trasforma la poetessa in una regina.

Il tempo visto come ciclo naturale nelle stagioni per raccontare la vita la gentilezza della terra il tempo è portatore di rinnovamento mentre nell’ulivo rappresenta la memoria e la resilienza e anche l’erosione del tempo nella frase futile ruggine . il tempo che si riflette anche sulle decisioni degli esseri umani nell’indifferenza.

Il tempo scompone e ricompone l’anima influenzando rapporti ed emozioni qui il tempo non è un mero spettatore, ma un attore che modella i legami lasciando segni profondi.

In “l’amore cos’è“ il tempo si intreccia a questo sentimento mostrandolo effimero e soggetto a cambiamenti e reinterpretazioni ma il tempo è anche visto come scoperta come opportunità “il mio tempo di mezzo altro non è che lo spazio ideale tra passato e futuro che ci concede di assaporare la vita e riflettere sulla bellezza e la complessità dell’esistenza.

In conclusione la poetica di Rosa Cecere è un’entità poliedrica rappresentata dal cambiamento naturale che condiziona le emozioni umani ma anche come elemento inevitabile carico  di possibilità.

Il pendolo sottolinea l’attenzione tra il flusso continuo e l’idea di fermarsi per comprendere il proprio ruolo e trovare una dimensione di armonia in un mondo in costante mutamento.

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