Il delitto di Lord Arthur Savile. Uno studio sul dovere di Oscar Wilde, BIBLIOTHEKA, 2025

Redazione

 

Lord Arthur Savile, in procinto di sposarsi con la bellissima Sibilla, si ritrova nell’incresciosa situazione di farsi leggere la mano da un famoso chiromante nel corso di un sontuoso ricevimento londinese. L’uomo gli annuncia una minaccia imminente: Lord Savile sarà l’artefice di un omicidio. Per evitare che il presagio possa pregiudicare la felicità della futura vita domestica, l’aristocratico decide di anticipare i tempi, trafficando con pasticche avvelenate e orologi esplosivi. Ma la soluzione non sarà quella che egli ha previsto.

Un capolavoro di cinismo, in cui veleni, esplosivi e infine l’omicidio, precedono la felicità coniugale del protagonista. Una riflessione sul dovere scritta con ironia.

Il crimine è un’opera d’arte e dev’essere compiuto senza alcuna passione o rancore personale. Proprio come cerca invano di fare quel cinico pasticcione di Lord Arthur nel racconto di Wilde, satira pungente del filisteismo morale dell’upper class.Scritto con lo stile agile e ironico delle commedie per cui Wilde è giustamente famoso, Il delitto di Lord Arthur Savile viene qui riproposto nella versione d’epoca fatta nel 1908 da Federigo Verdinois, opportunamente rinfrescata. Giornalista, accademico, gran traduttore di russi e d’inglesi, Verdinois era anche – come Conan Doyle – un patito dell’occultismo. Wilde gli aveva fatto la satira preventiva nella figura del chiromante Podgers, destinato a una brutta fine. Chissà se si sarà riconosciuto. L’importante è che negli specchi deformanti di Wilde continuiamo a rifletterci tutti noi (Roberto Barbolini).

 

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