“Sulla lettura – Tra gioco e impegno personale” di Antonio e Cosimo Rodia, Levante

di Daniele Giancane

(Università di Bari)

 

Sulla lettura di Antonio e Cosimo Rodia si pone sulla linea teorica che gli stessi Autori percorrono da alcuni anni con estrema efficacia, ovvero la riflessione attorno ai problemi, alle funzioni e alla ‘possibilità’ della lettura, anche all’interno di un universo frastagliato e ‘povero’ come quello italiano e in concomitanza con l’emergere degli e-book. Sembrerebbe a prima vista che nulla cambi: chi prima leggeva un testo cartaceo, sta passando alle letture su e-book; ma tale ottimistica previsione è smentita dai fatti: la lettura di libri cartacei è diminuita – negli ultimi cinque anni – del venti per cento, mentre i lettori di e-book non sono più del tre per cento. Ergo: la lettura – intesa complessivamente (cartaceo e e-book) è diminuita del diciassette per cento. Il che è drammatico, in un Paese come l’Italia, dove si legge pochissimo.

Evidentemente, vi sono altre e più complesse cause, altrimenti non si spiegherebbe come – nonostante l’invasiva dimensione informatica – in nazioni come la Francia o l’Irlanda la lettura sia tuttora assai più praticata che da noi. E allora occorrerebbe analizzare i ritardi della nostra nazione un po’ in tutti campi, dalla conoscenza delle lingue straniere alla competenza storica. Il grave ritardo culturale si riverbera – viepiù – nell’ormai diffuso analfabetismo di ritorno e nella scadente competenza persino riguardo alla lingua italiana (di cui ci si accorge sovente anche in ambito universitario).

Ecco perché i saggi come questo di Antonio e Cosimo Rodia sono coraggiosi e necessari: sono una sorta di stimolo ad una profonda  riflessione attorno alla lettura. Sono quasi un grido di dolore sulla situazione attuale, anche se c’è da dire che mai i due Autori si lasciano andare ad un totale pessimismo ed anzi offrono itinerari, piste, consigli su come spingere alla lettura i ragazzi, mostrando una vasta conoscenza – ad esempio- delle tecniche di stimolo al leggere ed allo scrivere, come si evince dalla puntuale bibliografia (da Rodari, a Koch, a Pennac).

Ciò che colpisce – del presente studio – è una sorta di interdisciplinarietà che lo pervade: gli Autori si muovono in una fitta rete di rimandi e di collegamenti fra ‘campi’ difficilmente dominabili. Così si va dal gioco alle paure, da una dimensione letteraria ad una didattica e metodologica, da un approccio Storico ad uno più specificamente sociologico.

È comunque da rimarcare che il filo rosso che sottende al testo è – certamente – di matrice pedagogica. Si vuol dire che – alla fine dei discorsi – l’interpretazione e la proposta sono sempre di tipo pedagogico: è la pedagogia – accanto alla psicologia e alla didattica – che fa da collante a tutta l’opera.

Sulla linea ormai evidente di una letteratura per l’infanzia che abbia al suo centro la dimensione educativa – e che si situa sull’asse Corallo – Nobile – Zanniello, lo stesso Cosimo Rodia e il sottoscritto (sino a dar vita ad una sorta di  raggruppamento), gli Autori hanno a cuore non solo un arido spoglio di testi per l’infanzia, ma una forte ‘valenza etica-pedagogica’. Non tutti i libri sono adatti per tutti i giovanissimi lettori, non tutti i contenuti vanno bene, perché ci troviamo davanti al lettore che è una persona in età evolutiva, che non possiede ancora una psicologia formata capace di distacco e di analisi.

Nel presente studio il lettore troverà citati molti testi narrativi per ragazzi e molti autori di assoluto valore (da Guido Quarzo a Giovanna Righini Ricci) e una fitta bibliografia che fa perno anzitutto sugli studi di Angelo Nobile, di Domenico Volpi, di Bruno Bettelheim e di tanti altri che formano il ‘cuore pulsante’ della letteratura per i giovanissimi, nella convinzione assoluta che leggere resti sempre un meraviglioso viaggio, carico di sorprese e di momenti di formazione. Chi non legge si priva di un’esperienza fondamentale (e fondante).

 

 

 

 

 

 

 

 

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