Maratona di poesia a CarosinoVenerdì 14 marzo 2025, presso il Castello D’Ayala Valva di Carosino (Ta) si è celebrata la Giornata Mondiale della Poesia, evento organizzato da Interzona news e dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con “La Vallisa”, l’Ass. “Utopia” e il “Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile”.
Dopo i saluti istituzionali di Ylenia Piccinni, assessore alla Cultura, ha aperto i lavori Cosimo Rodia, direttore di “Interzona news”, che ha ringraziato tutti i presenti per essere i resistenti nella difesa della parola e della poesia, un genere inutile di cui però non se ne può fare a meno perché riesce a spiegare ciò che la logica non può spiegare; ci sono giochi di corrispondenze non percepibili ai sensi e che possono essere rappresentati dall’arte e nella fattispecie dalla parola poetica. Se la realtà oggettiva è una parte della realtà, il potere magico e incantatorio della parola può dar conto dell’altra parte, non evidente e non misurabile.
È intervenuto il prof. Daniele Giancane, direttore de La Vallisa, che ha esplicitato la convinzione che il poeta isolato oggi ha poco senso; per la poesia non c’è pubblico, non c’è mercato, a differenza di quanto avviene nei paesi dell’Est, dove il poeta riveste un ruolo sociale e la poesia è un fatto popolare. Giancane allora dice di credere nei gruppi, nelle comunità che si confrontano, dialogano e che viaggiano, com’è nel caso dei poeti de La Vallisa che macinano chilometri giunti fino a Moguer in Spagna, città natale di Jiménez e come farà a breve a Lisbona.
Rodia coglie l’occasione per proporre ai poeti jonico-salentini un coordinamento di scrittori al fine di diffondere la poesia nelle scuole ed evitare l’isolamento in cui spesso si è rinchiusi.
Il professor Carlo Augieri fa presente che l’individualità non esiste solo al di fuori del gruppo e che anche al suo interno possono esserci individualismi. Sarebbe bello riflettere e dialogare sulla poetica di rispondenza al nostro tempo. Per Augieri siamo sull’orlo della fine del mondo e al poeta è affidato il compito di portare l’anima dove c’è il disumano.
Il professor Giancane dichiara di avere un’opinione diversa. A suo avviso, lo stesso atto di scrivere poesia è un atto rivoluzionario.
Poi il direttore barese chiama a turno i componenti dell’Università della poesia, nonché redattori della rivista, a raccontare in che modo sono presenti nel n. 123 del semestrale La Vallisa.
Si alternano Margherita Bufi, Rosa Cecere, Anna Cellaro, Maria Curatolo, Beatrice Lippo, Loredana Lorusso, Clara Russo, Rocco Angelo Stano, Giuseppe Zilli.
Prende quindi avvio la seconda parte della serata, con la presentazione del volume antologico appena pubblicato: “L’ordito del tempo. Trent’anni di poesia di Cosimo Rodia (1994-2024)”, Edizioni Milella di Emanuele Augieri, 2025.
Il professor Carlo Augieri fa una lettura critica molto originale del libro, che raccoglie un trentennio di vissuto poetico dell’Autore.
Si sofferma sulla dinamicità del verbo guardare, a partire dallo sguardo della madre che invita il figlio a guardare oltre (oltre l’origine, il natio, la condizione, la situazione) sino a giungere allo sguardo ricordato, richiamato, passando per la perdita dell’identità, il dramma di una generazione, la morte del paese, la ricerca. Il poeta (testimone) apre gli occhi, allarga lo sguardo, con la poesia entra nell’archeologia, nell’archetipo dell’animo umano. Rodia crea una fusività tra corpo umano (donna) e natura. Accade un ritorno. Ritorna lo sguardo.
“Nel mio cuore chimerico/il roseto della mamma/è la proiezione visiva/dei suoi silenzi/della sua dolcezza/della sua mano tesa.”
Ricompare una dimensione sensitiva.
“Il lontano orizzonte sul mare/misura la nostra finitezza/ mentre le onde muovono/vite ignare del dove/e del perché del viaggio.
Intanto lo sguardo/di fronte a tanta/vita smisurata/misura la bellezza/della leggerezza segnata/dallo sciabordare delle onde/dalle alghe sinuose/e dal gioco di specchi/del sole sull’acqua.”
Il terzo momento della serata sono protagonisti del reading: Annarita Campagnolo, Maddalena Corigliano, Anila Dahriu, Barbara Gortan, Ciro Petrarulo e Mara Venuto che leggono testi poetici inediti.
La bella sala al primo piano del castello che affaccia su Piazza Vittorio Emanuele ha risuonato per due ore di una pluralità di voci, provenienti da diverse zone della Puglia e della Calabria.
Una serata resa possibile grazie alla disponibilità di poeti, amici e a due docenti universitari innamorati della poesia.
La manifestazione si è conclusa con la degustazione dei vini delle “TENUTE TOCCI”, i cui proprietari erano assenti giustificati per essere in Germania alla fiera “ProWein” di Dusserldorf.
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