Emme come il meraviglioso mondo di Massimo di Mauro Scarpa, Ill. A. Alemanno, Read Red Road, Roma, 2021

di Cosimo Rodia

 

È un romanzo di formazione e di denuncia, col mondo degli adulti sulla graticola; è scritto in terza persona, anche se il narratore è onnisciente perché conosce il pensiero e le volizioni del protagonista; il racconto focalizza il passaggio cruciale dall’età prescolare alle soglie della preadolescenza di Massimo: una storia diacronica dei passi significativi che dall’eteronomia lo portano all’autonomia; il protagonista è un bambino sovrappeso, dolce, intelligente, con diversi interessi che vive in una famiglia alle prese con la crisi occupazionale, bisogni frustrati, invidie familiari.

Il romanzo racconta le paure tipiche del fanciullo, le lezioni di catechismo, le prime domande astratte sul peccato, su Dio, sulla passione di Gesù; e affrontando varie esperienze, Massimo inizia a discriminare ciò che lo fanno soffrire («le urla della mamma, le lacrime della mamma, i silenzi di papà, le parolacce»); ovvero, delimitata sentimenti ed emozioni, tanto che il protagonista ha l’ardire di generare una Costituzione di un mondo ideale, così scrive nei suoi appunti, proclamandosi Imperatore dell’Universo: che i figli devono giocare all’aria aperta, che l’estate duri almeno sei mesi, che i grandi facciano il lavoro che vogliono, che i libri di testo siano regalati perché troppo costosi, che le famiglie del mondo si amino…

Quando il protagonista giunge alle medie, la sua curiosità viene scambiata per iperattività, ma riesce a superare i pregiudizi degli insegnanti, allaccia nuove amicizie, fronteggia i bulli a modo suo, scopre i primi sentimenti d’amore. Il romanzo si conclude, mostrando che il guado della fanciullezza è superato, allorquando Massimo scrive nel suo ultimo appunto, che è pure un resoconto di ciò che ha imparato: «Ho capito cosa voglio fare da grande. Da grande voglio fare lo scrittore perché credo che le parole siano veramente magiche». Massimo non crede più alle streghe, ha i suoi modelli, ha la determinazione di imporre il suo pensiero, ha raggiunto il pianoro dell’autonomia da dove partono nuove strade per l’avventura della vita.

In un contesto di beghe familiari, di difficili rapporti di coppia, di bulli, di docenti non sempre esemplari, la fantasia soccorre il protagonista, che non è fuga dalla realtà, ma il modo di riscriverla, prefigurando un mondo migliore. Massimo non si isola, infatti, vive nella quotidianità fatta di difficoltà economiche, di fragilità relazionali, di sentimenti familiari intossicati, e lui reagisce con la fascinosa idea di essere l’Imperatore dell’Universo, modellando il mondo secondo la sua visione.

Premesso che si diventa grande edificando a poco a poco la conoscenza che noi acquisiamo del mondo e di noi stessi, dagli inizi più irrazionali, la storia di Massimo è un superamento dei confini dell’esistenza egoistica grazie all’immaginazione, che lo aiuta a sviluppare l’intelligenza, a chiarire le sue emozioni e, per dirla alla Bettelheim, armonizzarsi con le sue ansie e aspirazioni, riconoscendo appieno le difficoltà e, nel contempo, trovare soluzioni ai problemi che turbano.

Un bel romanzo con una coinvolgente struttura dialogica, con un linguaggio semplice e spesso informale, con una giusta dose di ironia e con alcuni colpi di scena esilaranti (come nel caso della suora catechista); convince, poi, l’impianto narrativo di abbassarsi a livello del protagonista, tanto che il lettore sarà come immerso nelle sue paure, nelle sue esperienze, nei desideri di uscire dal guscio per diventare grande.

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