Io sono Libertà di Valeria Patruno, Scatole Parlanti, 2022
di Maria Pia Latorre
Nell’era della globalizzazione e dopo aver girato un bel po’ per il mondo, Valeria Patruno, tornata a Bari, dichiara di sentirsi cittadina di quartiere, anzi di sentirsi ‘Libertà’ e promette di essere chiara ed onesta sino alla fine, in questo bel racconto di vita che è ‘Io sono Libertà’.
Sicuramente è un mondo reale quello contenuto nel volume, raccontato in prima persona da Deborah, trentacinquenne vissuta nel quartiere con la madre e con la nonna, con l’ombra costante di un padre assente. Il libro narra la vita quotidiana di un universo femminile che dimostra di aver imparato a difendersi e a convivere con ‘l’arroganza’ e la ‘delinquenza’ di un territorio urbano pungente e a tratti respingente e che, in un lento processo, assume su di sé gli atavici codici non scritti del territorio per provare a proporne di nuovi, nel segno del rispetto e della cittadinanza attiva.
Storie da conoscere, buone per tutti, quelle contenute in ‘Io sono Libertà’, storie forti ed incisive, ben definite nella loro pungente realtà, che appaiono e scompaiono così come certi personaggi del quartiere; storie condite da grande ironia, vero e proprio mezzo di sussistenza che, a tratti, si fa poesia nei ‘vari murales dipinti dall’umidità’ e nel ‘non voglio nascondere la testa nell’asfalto’, come anche affermando ‘al Libertà non sono i sogni a essere pericolosi, lo sono le azioni di quotidiana (dis)umanità’.
Ma nel libro, oltre ai racconti, vi sono interessanti excursus storici, antropologici, geo-politici, dettati dal ricco sostrato di formazione dell’Autrice, la quale, in un passaggio del libro, scrive ‘le risposte sono semplici se sono chiare le domande’.
Così proviamo ad approfondire subito la sua conoscenza.
‘Io sono Libertà’, la tua ultima pubblicazione è un testo a metà tra il saggio e il racconto. Come sei riuscita a tenere insieme due tipologie testuali così diverse?
Se ci sono riuscita lo devo solo al quartiere Libertà e a Deborah: è difficile descrivere un quartiere come il mio senza “appassionarsi” di antropologia, sociologia, storia, economia (politica), geografia urbana e pianificazione, ed è un privilegio farlo accompagnata da una “guida” come Deborah che crede lo studio sia (ancora!) il più potente strumento di emancipazione, di sviluppo, di crescita.
Quanto della protagonista del libro, la trentacinquenne Deborah, vi è di te nel libro?
Tantissimo, come in ogni personaggio per chi scrive. Deborah è vissuta con me tutti i giorni, ogni ora del giorno e della notte per quasi due anni. È complesso dire se c’è più di lei in me o più di me in lei, ma credo questo poco importi.
Nei dieci capitoli del volume si snoda il racconto di Deborah, figura centrale ma che in certi momenti scompare a favore di altre microstorie. Quanto del processo di scrittura è stato costruito e quanto è nato spontaneamente?
Il processo di scrittura per me è un impegno, un lavoro costante, faticosissimo di assemblamento di piccole tessere di un mosaico, anche se è la fatica alla quale non riuscirei mai a sottrarmi. La parte “spontanea” è solo quella che c’è prima della scrittura: le immagini, i suoni che catturo e soprattutto le persone che incontro e incrociano la mia vita. Sono le persone la parte migliore nella loro spontaneità.
Abbiamo detto che ‘Io sono Libertà’ è un testo difficilmente classificabile, tu come lo definiresti?
Una storia, fatta di tante storie. Se potessi utilizzare un’immagine direi un poliedro di storie.
Ogni capitolo del libro è introdotto da un articolo della ‘Dichiarazione universale dei diritti umani’, un documento ponderoso per la storia di tutta l’umanità. Come ti sei rapportata a questo fondamentale testo?
La ‘Dichiarazione universale dei diritti umani’ il testo della mia vita.
Come sei riuscita a creare un legame così serrato e coerente con la ‘Dichiarazione universale’?
Perché come dicevo è il testo che accompagna costantemente la mia vita. È un testo che ho “fatto mio”. Io sono una convinta, ostinata, presuntuosa, sostenitrice dei diritti umani senza distinzione di latitudine, di contesto sociale e culturale e di epoca storica.
Quanto della tua formazione e della tua esperienza di vita è entrata a gamba tesa, anche, eventualmente, modificandone il percorso di scrittura in ‘Io sono Libertà’?
Io ho scelto Libertà. Ho scelto il quartiere come mio luogo di vita e poiché sono certa che le scelte definiscano le persone, credo di aver già detto tutto. La mia vita, le mie scelte entrano naturalmente nella mia scrittura, per me sono imprescindibili e non modificano i percorsi di scrittura, perché i percorsi vengono sempre modificati sino all’ultimo punto dell’ultima pagina.
Molti i temi presenti nell’opera, alcuni sviluppati, altri accennati, tutti raccontati con sincerità e purezza. Credi che questo libro possa aprire nei lettori squarci di dialogo e di cambiamento?
Ci credo perché sono io innanzitutto a cercare di “essere il cambiamento che voglio vedere”.
La genesi del libro è legata al periodo del confinamento. Questo ti ha aiutato o ti ha creato ostacoli?
Entrambe le cose. E sono certa che senza i periodi di confinamento questo libro non ci sarebbe stato. Dalle situazioni di grande sofferenze – almeno per me – sono nate le migliori opportunità… di cambiamento.
La tua scrittura è fortemente ironica, secca e ‘senza fronzoli’, per riprendere un’espressione di ‘Io sono Libertà’, senz’altro frutto di una ricerca dagli esiti felici. È questa la strada letteraria che continuerai a percorrere?
Senza dubbio
Ci parli di te in due righe?
Sono stata educata agli stessi valori a cui è stata educata Deborah. Sono una donna che non risparmia le forze e si mette in gioco sempre che ne “valga la gioia”.
Alla fine ‘Io sono Libertà ‘ è un invito alla speranza o una presa di coscienza della sconfitta?
È più che un invito alla speranza. È il vantaggio di un minuto alla partenza della staffetta verso mete sfidanti e bellissime: il riconoscimento e il rispetto dell’altro, l’affermazione del valore della pace, la ricerca del dialogo e la tutela dell’ambiente in cui viviamo. Se c’è un invito in ‘Io sono Libertà’ è quello al coraggio e alla gentilezza.
Grazie all’Autrice per l’intervista.
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