https://bfan.link/meandri Con Meandri, Franco Chirivì guarda al suo paese d’origine, per quanto non manchi una dedica carioca. Il musicista salentino propone delle composizioni inedite, nonché dei classici italiani modellati dalla propria sensibilità e visione musicale, in assonanza con il mood generale dell’album. L’intento dell’artista è quello di rendere protagonista la chitarra classica, strumento dalle mille sfumature, in un contesto jazzistico, in armonia con i suoni acustici della batteria, del pianoforte e del contrabbasso, mirando a un sound naturale, colorato solo da un moderato effetto ambientale. Per questo progetto Chirivì si è avvalso della collaborazione di ottimi musicisti della scena salentina, con i quali vanta una profonda amicizia maturata nel corso delle innumerevoli esperienze comuni. Apre l’album “Rio Dance” con le spumeggianti percussioni brasiliane di Antonio Valzano in tandem con la ritmica puntuale di Alessio Borgia. Alla chitarra classica, nella coda, si aggiunge un incalzante solo di chitarra semiacustica. “New River” è una dolce melodia evocativa, ispirata dallo scorrere dell’acqua. Rivisitare “La Canzone Di Marinella” è un azzardo, ma la scelta nasce da una chiara ispirazione, tanto da spingere Chirivì a vocalizzarne il tema. L’arrangiamento in 4/4, al posto dei 3/4 originali, ne dilata la melodia, donando al brano una pacata atmosfera sottolineata dal contrabbasso di Marco Bardoscia. “Butterfly” è scritta a quattro mani con Emanuele Coluccia, musicista di rara sensibilità, al sax soprano a intonare una melodia quasi sfuggente, proprio come una farfalla. In “Bluesotto” la chitarra classica dialoga con il contrabbasso di Michele Colaci e la batteria di Alessio Borgia in un equilibrio leggero e dinamico. Si rompono gli schemi ritmici con “‘O Sole Mio” per chitarra sola, per poi immediatamente ritornare con le percussioni incisive di Alessandro Monteduro in “Distant Clouds”, momento smooth dell’album, in cui Chirivì accantona la classica per offrire la ribalta alla semiacustica. La title track è un percorso a senso unico in “Meandri” tutti da scoprire, in cui all’apporto di Michele Colaci si aggiunge l’intrigante piano di Coluccia e la batteria accarezzata da Alex Semprevivo. Chiude il lavoro un altro grande classico italiano, “Una Lunga Storia D’Amore” di Gino Paoli in cui l’artista alle prese con le corde in nylon, si sovraincide imbracciando il basso fretless supportato dall’energico drumming di Dario Congedo.
Registrato a PacoLab Studio nel 2021. Mixing Pasquale Paco Carrieri Mastering Stefano Manca a Sudestudio Foto Cameralight Maurizio D’Anna