Mario Desiati vince lo Strega 2022

di Barbara Gortan

 

Non avrebbe mai potuto scrivere il libro “Spatriati”, vincitore del Premio Strega 2022, se non avesse avuto lo sguardo di tanti scrittori pugliesi; “Spatriati”, infatti, nasce da una parola che caratterizza la comicità della nostra cultura. Lo scrittore Mario Desiati crede molto nell’idea che esista una cultura pugliese. Nella letteratura del Mezzogiorno c’è una grande commistione di culture, da rendere difficile il suo inquadramento; potremmo dire che c’è molta contaminazione che si evince in particolare nei dialetti.

Tutti i dialetti pugliesi sono un tesoro, ogni parola ha la sua storia.

Spatriati è una parola per raccontare un mondo, già in italiano ha due significati: mandato via o che se ne è andato via. E così si aprono due mondi, ma in molti dialetti spatriati vuol dire anche che sei diverso, che sei una persona che disattende le convenzioni, un irregolare, uno sciatto, un vagabondo, un balordo.

I protagonisti del libro sono due persone che camminano per tutta la vita alla ricerca, con l’utopia di scoprire chi sono, non hanno paura delle risposte.

Si cresce foresta, noi siamo foresta, tutti lo siamo in qualche modo. Le foreste sono piene di specie, e riconoscere tutte le specie degli alberi delle nostre foreste a volte può spaventare. Le sconfinate foreste che sono dentro di noi e ci fanno immaginare quante possibilità ha la nostra interiorità, quanto possiamo essere grandi noi dentro. “Spatriati” è un romanzo di formazione dove i protagonisti, questo rischio lo vogliono prendere.

Ad Altamura “Spatrisc” significa che hai aperto i tuoi confini, che hai aperto la testa, che stai guardando oltre l’orizzonte del paese dove sei nato.

La parola spatriato ha tante sfumature.

“Le nostre origini ci rimangono addosso come una voglia gigante sulla pelle, che puoi coprire con tutti i vestiti che vuoi, ma resta sotto e quando ti spogli la vedi”.

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