Azimuth di Maria Grazia Palazzo, Lieto Colle

Redazione

 

Segnaliamo in lettura una silloge poetica pubblicata qualche anno addietro; nella postfazione di Michelangelo Zizzi si legge: “Questo vi è di verità in Azimuth: ricerca lessicale, ambizione riuscita, trasformazione di sé attraverso la poesia; desiderio di sacro fondato sul profano fondato sull’amore (così come accade nelle più alte e colte tradizioni della mistica cristiana, del sufismo e della cabala); affermazione potente di una femminilità non culturale ma biologica e ontologica. Se infatti, lo spazio (l’Azimuth e le sue coincidenze astronomiche e geometriche) è l’oggetto nominato nella presente opera, l’Ontos (percepito nella diade mortale/immortale, femmina/maschio, dolore/felicità) ne costituisce l’elemento occulto e innominato”.

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