03. Commentiamo: LAURENCE HOUSMAN

di Maria Pia Latorre

 

La pace guardò in basso

 

La pace guardò in basso

e vide la guerra,

“Là voglio andare” disse la pace.

L’amore guardò in basso

e vide l’odio,

“Là voglio andare” disse l’amore.

La luce guardò in basso

e vide il buio,

“Là voglio andare” disse la luce.

Così apparve la luce

e risplendette.

Così apparve la pace

e offrì riposo.

Così apparve l’amore

e portò vita.

 

Una poesia di straordinaria intensità questa di Laurence Housman (1865 – 1959 ), per la coraggiosa forza impressa immediatamente nei primi versi. Già si palesa l’intenzionalità dell’Autore nell’iniziale personificazione di concetti tanto universali quanto aleatori – e chi si occupa di poesia sa quanto sia difficile “gestire” parole così importanti e totalizzanti come pace e amore – .

Ha avuto il coraggio di osare, Housman, il coraggio di chi non si nasconde dietro le proprie inconsistenti sicurezze ma “guarda”, guarda in modo diretto, limpido, guarda oltre il limitato orizzonte umano. Il coraggio di chi non si accontenta di comodi quanto inutili paraocchi e sfida la rassegnazione del dolore con forza ribelle.

Così ci fa vedere la pace come essere superiore, non di questa terra, bensì come spirito  con lo sguardo rivolto in basso, là dove risiede l’uomo con tutte le sue mancanze, le sue azioni dissennate, i suoi limiti, proprio quei limiti che producono costantemente guerre e odio. Ci fa vedere la luce, lui che la stava perdendo per una malattia agli occhi. E non è il Natale la festa della luce? Prima quella della cometa che indica con determinazione la destinazione verso la vera luce, quella definitiva, quella che si è fatta carne per abitare in mezzo a noi. E cosa dice la luce? Là voglio andare. Là in basso, dov’è la parte più fonda della natura umana, dove risuonano i terribili echi del male, che si caleranno nella realtà umana indossando i panni dell’odio, della guerra, del buio della mente.

Poesia di grande attualità per il coraggio e l’essenzialità della parola. Pochi versi dalla struttura regolare, cadenzata, con l’utilizzo di molte anafore, personificazioni e apostrofi. Pochi versi con un messaggio luminoso e diretto a tutta l’umanità, senza distinzione di genere, età, religione; perché tutti abbiamo la facoltà di riconoscere la luce, la pace e l’amore e di sceglierla ogni giorno.

Le parole pronunciate dalle tre entità: “là voglio andare” definiscono la missione perenne del bene che lotta e vince contro il male, aprendo all’uomo la speranza e la libertà di dar forza alla vita, alla vita vera che nasce e rinasce.

 

 

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