06. Commentiamo: RABINDRANATH TAGORE

di Cosimo Rodia

 

Non abbandonarti

 

Non abbandonarti, tieniti stretto

E vincerai.

Vedo che la notte se ne va:

Coraggio, non aver paura.

Guarda, sul fronte dell’oriente

Di tra l’intrico della foresta

Si è levata la stella del mattino.

Coraggio, non aver paura.

Son figli della notte, che dal buio battono le strade

La disperazione, la pigrizia, il dubbio:

sono fuori d’ogni certezza, non son figli

dell’aurora.

Corri, vieni fuori;

guarda, leva lo sguardo in alto,

il cielo s’è fatto chiaro.

Coraggio, non aver più paura.

(Ghitangioli, trad. di Marino Rigon, Guanda, 1986)

 

Rabindranath Tagore (1861-1941) dona un messaggio positivo a chi è in difficoltà: la vita è bella se vissuta con coraggio.

La poesia ha un impianto allegorico: la notte e il buio sono simboli della paura e di tutto ciò che spaventa gli uomini. Al contrario la stella del mattino e l’aurora simboleggiano la speranza: il sorgere del sole mette in fuga la notte.

Tagore invita a non scoraggiarsi, perché dopo la notte arriva sempre il nuovo giorno. Nei momenti difficili bisogna levare lo sguardo in alto, verso ciò che è luminoso, ciò che dona motivazione e per cui valga la pena vivere. Il poeta indiano spinge a non arrendersi, a stringere i denti, a vincere la disperazione, diversamente è la pigrizia ad aprire il buio dentro di noi.

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