Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non vedere l’azzurra luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con mano, a sollevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla – unita ebrezza[3] – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come quello belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere,
– l’altro – è rimasto; ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte. |
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