Senso – Da Camillo Boito[1] a Luchino Visconti[2]

di Italo Spada

 

  1. La nobildonna veneta, Livia Serpieri, tradisce il marito e la causa patriottica per amore di un giovane ufficiale austriaco, ma  quando si rende conto di essere stata da lui strumentalizzata, lo denuncia e lo manda a morte.
Sempre attento all’analisi dei personaggi, nella cui psicologia scava con acute notazioni, Camillo Boito mantiene nelle novelle una costante raffinatezza stilistica, che dona alla sua limitata produzione le caratteristiche di un prezioso artigianato.

 

Due testi a confronto

 

Senso
la novella il film
Dallo scartafaccio segreto della contessa Livia.  
(Livia, 39 anni, è corteggiata dall’avvocatino Gino.

Non rifiuta la sua corte: “Sperate”.)
 
Livia ricorda 16 anni prima, a Trento.  
A 22 anni sposa un vecchio di 62 anni, nobile tirolese, che non ama.  
Viaggio di nozze a Venezia.

E’ il 1865.
Venezia 1865:
  alla Fenice viene rappresentato il Trovatore di Giuseppe Verdi.
  E’ un’occasione per una manifestazione patriottica contro gli austriaci.
Livia incontra Remigio, tenente austriaco: forte, bello, perverso, vile.  
L’incontro decisivo al bagno galleggiante Sirena.  
Livia e Remigio diventano amanti segreti.  
(Ancora la corte dell’avvocato Gino.

Livia lo respinge: Lasciatemi in pace).
 
Remigio chiede a Livia del denaro, manca all’appuntamento, ha altre donne.  
Due episodi di viltà di Remigio:

– non interviene per salvare un bambino caduto in acqua;

– evita il duello con un veneziano
Roberto, cugino di Livia, sfida a duello il tenente Franz Mahler.

Per proteggerlo, Livia conosce Franz.

Roberto viene arrestato.
  Livia rivede Franz e accetta la sua corte. I due vanno in giro per Venezia per tutta la notte.
  Livia va a trovare Franz. I due diventano amanti. Livia regala a Franz una ciocca dei suoi capelli e un medaglione.
  Franz manca all’appuntamento, ha altre donne. Si è venduto il medaglione.
  Il marito di Livia decide di lasciare Venezia. Livia tenta inutilmente di rivedere Franz. Quando torna a casa viene a sapere che un uomo l’ha cercata e ha lasciato un indirizzo. Si precipita, seguita a distanza dal marito. E’ il cugino Roberto. Roberto le affida uno scrigno contenente il denaro delle sottoscrizioni per aiutare i patrioti.
Per interessamento del marito di Livia, Remigio evita il trasferimento in Croazia e va a Trento.  
(L’avvocato Gino si vuole sposare. Livia inveisce contro di lui).  
Remigio trasferito da Trento a Verona.

Chiede a Livia dei soldi. Li ottiene.
 
Remigio scrive quattro lettere e sparisce. Riappare all’improvviso. Chiede a Livia i soldi per corrompere i medici. Ottiene i brillanti. Livia dorme. Franz riappare all’improvviso. Lei vorrebbe mandarlo via, poi cede e i due riprendono la loro relazione. Livia nasconde Franz nel granaio. Il granaio va in fiamme. La complicità della serva di Livia. L’idea di corrompere i medici. Livia dà a Franz il denaro dei patrioti.
Remigio scrive una sola lettera. Sta bene.  
Notizie della disfatta dell’Austria. Campo di battaglia. Il cugino si inoltra tra le prime linee. La disfatta dell’Italia.
Livia parte per Verona.

Il suo viaggio.
Livia decide di partire per Verona.

Il suo viaggio.
Con la complicità di un ragazzo, penetra nella casa di Remigio, in via S. Stefano. Livia arriva nella casa di Franz.
Livia, non vista, scopre il tradimento di Remigio con una ragazza bionda. Sente le sue parole. Franz è ubriaco. Una prostituta è con lui. Franz umilia Livia. Le rivela di avere fatto arrestare il cugino. Livia va via.
Livia vaga per la città piena di feriti e finisce in un caffè. Livia per le strade di Verona.
I soldati austriaci al caffè. L’arrivo di un’altra donna che è stata con Remigio. Si parla di Remigio e della ricca e sciocca signora di Trento che lo mantiene. Se lo sapesse il generale lo farebbe fucilare. I soldati austriaci sono ubriachi. Festeggiano la vittoria di Custoza.
Livia sviene, si riprende, viene assistita da un ufficiale boemo, medita la vendetta.  
L’indomani Livia si reca dal generale. Denuncia Remigio. Dice al generale: Faccia il suo dovere. Livia al comando generale. Denuncia Franz. Fa leggere la lettera al generale: faccia il suo dovere.
Alle 3.30 della notte, Livia, non vista, assiste alla fucilazione di Remigio e di un medico corrotto. Livia per le strade della città.  Urla il nome di Franz.

Franz viene prelevato e fucilato.
La donna bionda piange sul cadavere di Remigio.  
L’ufficiale boemo si accorge di Livia e le sputa in faccia.  
(Livia scrive all’avvocatino Gino: Venite, faremo la pace. L’avvocato pianta la donna che sta per sposare e diventa l’amante di Livia.)  
 

 

Riflessioni

Dal confronto tra il testo letterario e il film appare chiaro che Visconti non ha voluto trasferire in immagini l’intera novella di Boito, ma solo la vicenda principale; ovvero, la storia d’amore tra Livia e Remigio (che diventa nel film Franz Mahler, un nome più appropriato ad un tenente austriaco).

Nel film sparisce, pertanto, la “cornice” letteraria che, attraverso l’espediente dello scartafaccio segreto, ci rivela la nuova relazione extraconiugale di Livia con l’avvocatino Gino.

Boito, intrecciando le due storie, tratteggia un personaggio volubile e infedele, una donna ferita nella sua femminilità che, a distanza di 16 anni e nonostante la tremenda vendetta perpetrata nei confronti di chi si è preso beffe di lei, non è ancora sazia e rovescia le parti giocando con i sentimenti di un uomo senza spina dorsale, minuscolo persino nel nome che porta (Gino) e nel mestiere che esercita (avvocatino). Come dire che, una volta appresa la lezione, Livia non intende più lasciare ad altri le redini delle relazioni affettive. E fa ciò con consumata astuzia: illudendo (Sperate), respingendo (Lasciatemi in pace), ritornando all’attacco quando la preda le sta sfuggendo, adottando astuzie (la lettera e il suo Venite, faremo la pace), legando definitivamente a sé il patetico amante.

Tutta questa vicenda n.2 a Visconti non interessa. Il suo Senso è, per così dire, più ristretto, circoscritto alla passionale relazione tra una nobildonna italiana e un militare austriaco. Pur rispettando l’ambientazione storica risorgimentale del romanzo, Visconti elimina alcuni episodi (l’incontro al bagno galleggiante, la figura dell’ufficiale boemo), inserisce qualcosa di suo (la rappresentazione patriottica del Trovatore alla Fenice, la gelosia del marito di Livia, il movimento patriottico al quale aderisce il cugino Roberto) e modifica nomi (da Remigio a Franz), personaggi (da un generico veneziano al cugino Roberto) ed eventi (dalla disfatta dell’Austria alla disfatta dell’Italia). Il suo adattamento, tuttavia, non tradisce l’atmosfera  scapigliata del testo letterario. Franz e Livia – nonostante il Veneto, Verona e la guerra che potrebbero farli diventare nuovi Romeo e Giulietta – restano pur sempre amanti maledetti, vittime non tanto dell’amore, ma del proprio egoismo e della propria viltà (il primo) e dei sensi (la seconda).

 

[1] Roma, 1836 – Milano, 1914

[2]  Milano, 1906 – Roma, 1976

 

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