Kaspar, il bravo soldato di Guido Sgarboli, Giunti junior, 2007

di Cosimo Rodia

 

Kaspar, il bravo soldato è un romanzo dalla storia semplice, quella di un militare, Kaspar, sempliciotto, eteronomo, ligio al senso del dovere, che esegue gli ordini con puntigliosità: deve sorvegliare monte Vento fino a nuovi ordini e custodire delle casse. Esegue gli ordine tenendo con sé le nove regole del buon soldato, che scandiscono ironicamente il suo atteggiamento.

Tesse lentamente, nel rispetto del luogo militare, un’amicizia con un vecchio grinzoso, di cui non conoscerà mai il nome, perché non glielo chiede. È un vecchio che gli porta il caffè, del prosciutto, il latte della mucca Rosetta. Nel frattempo scoppia veramente la guerra, la città è attaccata, distrutta e occupata. Durante la battaglia, il vecchio va a valle a combattere; Kaspar non osa abbandonare il posto assegnatogli. Aspetta invano l’attacco a monte Vento. Passano anni. Il vecchio tenta in tutti i modi di fargli capire che le regole forse non sono sempre da prendere alla lettera; ad esempio, l’estate gli stivali si potrebbero togliere o sbottonare l’uniforme… Il vecchio muore, ma prima di spirare chiede cosa contengano le casse custodite e Kaspar non può rispondergli perché non ha mai avuto l’ordine di guardare dentro. Passano dieci anni, Kaspar è diventato un’altra persona; finalmente si decide a guardare nelle casse ed essendoci armi e munizioni le fa brillare. Giù al paese pensano a fuochi d’artificio.

Un romanzo leggero, ironico, semplice, ma tanto dolce e toccante. Non ci sono grandi costruzioni di dialoghi o di movimenti narrativi; ma c’è una storia che, come le tarme, entra lentamente nelle ossa del lettore e vi si stanzia.

 

Lascia un commento