Noi, le ragazze del convento dei cappuccini. Lu spiziu di Grottaglie raccontato alla città a cura di Anna Montella, CTL (Livorno), 2021

di Claudia Zuccarini 

 

Grottaglie è una cittadina artisticamente ricca ed antica, con taluni spazi collettivi ancora poco studiati. La Montella colma un vuoto ricostruendo la storia del convento grottagliese dei cappuccini – situato vicino la Lama del Fullonese (dei tintori) – e dipana un filo sulle traccie della memoria, una memoria storica ma anche personale e nostalgica.

La prima parte del libro presenta un’analisi storica riguardante la nascita dei cappuccini, il loro arrivo a Grottaglie, la costruzione di un convento sobrio e minimalista basato sull’autosufficienza e le sue evoluzioni nel tempo. Non manca il corredo documentale, seppure credo che l’autrice abbia riscontrato delle difficoltà nell’accedere ad informazioni più strettamente storico-artistiche.

La seconda parte, anch’essa ricca di foto (io amo le foto datate), è un flusso di ricordi, un affresco di vita raccolta e trascorsa tra le mura del convento-collegio. L’autrice ha ben conosciuto gli spazi e i ritmi scanditi in questo luogo ameno, poiché ne era ospite insieme a molte altre ragazze accolte nella struttura. Serpeggia una sottile malinconia per una realtà irrimediabilmente perduta, che nei tempi odierni sarebbe incomprensibile.

Il convento, chiuso nel 1986, è andato incontro ad un degrado vergognoso e solo negli ultimi anni è stato in parte restaurato.

Bisognerebbe visitare questo luogo pieno di ricordi.

 

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