di Claudia Zuccarini Questa “opera omnia” di Alda Merini necessita di lentezza e cura nella lettura, tanto per la corposità quanto per l’intensità dei versi.
Ambrogio Borsani, curatore della raccolta, ha dedicato una particolare attenzione nella ricerca di tutte le opere edite dell’autrice, rintracciando anche quelle pubblicate da case editrici sconosciute e piccole. La Merini, infatti, era solita negli ultimi anni dispensare i suoi versi in modo generoso e spesso non oculato. Quella di Borsani è stata dunque una importante ricostruzione della produzione della Merini, che si è estesa alle opere in prosa, piccole chicche nelle quali abbonda il lirismo.
Gli scritti definiscono spesso ciò che non si riesce ad esprimere in altra forma. Il dolore, lo smacco, il senso di prigionia della vita, l’amore sognante e senza censure accomunano tutti gli esseri umani.
Molte sono le liriche indimenticabili. Eccone una tra tante… La tua unghia scalfiva il tempo
come la forza di una mammella decisa
che chiede il trionfo della sete.
L’impeto del tuo abbraccio
era inarcato come quello di amore
fin sotto la schiena, sotto il verso,
fin dentro i cunicoli delle strade.
Il tuo vento era la leggerezza
e sembravi un gigante giovane,
avevi la pazienza del vecchio.
Un’altra montagna così piena di serpi
e di radici io non l’ho più trovata.