I racconti del segregato di Italo Spada, Eretica Edizioni, 2024

Redazione

 

Non è detto che, per uscire da una cella, bisogna necessariamente munirsi di lenzuoli, seghetti e grimaldelli. L’attrezzo più semplice e a portata di tutti è la fantasia. Lo ha detto Søren Kierkegaard nel suo romanzo incompiuto “Johannes Climacus o De omnibus dubitandum est”; lo dice anche Spada in questa raccolta, affidando al suo anonimo alter ego il compito di viaggiare oltre il tempo e lo spazio.

Sessanta racconti (e tre intervalli) che hanno i colori della fiaba, del sogno, della fantasia e dell’evasione. Il consiglio più adatto per gustarli ce lo dà l’anonimo presentatore Giovanni che, pur ringraziando l’autore per averlo scelto tra tanti amici, si rifiuta di intromettersi nel rapporto autore–lettore perché, secondo lui, «un racconto è un viaggio che si fa in due; è uno specchio magico che riflette soprattutto quello che vogliamo vedere».

Da qui la sua “(Non) introduzione” e la decisione di lasciare a chi legge «la facoltà di evadere a suo piacimento dalla monotonia quotidiana».

Niente da obiettare. Ci sia concesso soltanto di dare un aiutino al lettore curioso che vuole individuare chi si nasconde dietro il misterioso suggeritore del prologo: abbi pazienza e attendi l’epilogo.

 

 

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