Tu non toccarla più,/perché così è la rosaLa poesia universale di Juan Ramon Jimenez di Daniele Giancane, Edizioni La Matrice, 2024

di Cosimo Rodia

 

Nella collana di saggi brevi n.1, dell’Università della poesia “J. R. Jimenez”, è vergato uno studio appassionato sul vate di Moguer, dal direttore della collana, il prof. Daniele Giancane, che nell’incipit chiarisce la riverenza che ha nei confronti di Jimenez ed ammette: “Io vivo perennemente tra Bari e Moguer”.  Un attacco fulminante che indica un’adesione totale all’etica e all’estetica del poeta spagnolo.

In venti pagine, Giancane attraversa i vari nuclei tematici di Jimenez. Così, inizia col sottolineare il tema dell’amore, ispirato dalla moglie del poeta, Zenobia, rappreso in versi dolcissimi: “Come una rosa, ti sfogliai per/vedere la tua anima,/e non la vedi./ Ma ogni cosa intorno/orizzonti di terra e di marine,/ tutto, infinitamente,/si colmò di un’essenza/immensa e viva”. Giancane coglie in questa grande storia d’amore, il paradigma dello stesso sentimento.

Poi, attraversa il nucleo tematico del poeta/filosofo, nella cui ricerca Jimenez considera ogni giorno una scoperta, per togliersi la “scorza” (superficialità)  e scorgere la vera forma del cuore, della personalità, del sé. Alcuni versi recitano: “Intelligenza dammi il nome esatto delle cose!”; o ancora, “La parola sia la stessa cosa, creata nuovamente dal mio spirito”.

Giancane coglie anche il pensiero emotivo, richiamando la lirica “L’adolescente”, per giungere ai versi che danno il titolo al saggio breve: “Tu non toccarla più,/ perché così è la rosa”, che lo studioso barese considera il distico più straordinario della poesia del Novecento, per la portata di sacralità, di rispetto per l’altro, per l’attenzione a non depauperare la Terra, a non rovinare le relazioni umane.

Un altro nucleo tematico è quello psicoanalitico, allorquando Jimenez dice che: “Io non sono io” perché in realtà, Io è un “Noi”; e Giancane rinviene in questa direttrice: Dostoevskij, Pirandello, Freud; e per meglio chiarire l’apparente paradosso, riporta le parole dello stesso poeta spagnolo: “La mia poesia è la realtà che s’è integrata nella spiritualità come un nocciolo nella carne di un frutto”.

Un ultimo nucleo rinvenuto nella produzione del premio Nobel è il concetto di Dio, un dio del bello, però, dove la poesia riesce a creare, con l’aiuto di Dio, appunto la bellezza, che diventa una possibilità per Dio di esistere.

Un saggio illuminante e propedeutico a discriminare gli ambiti in cui Jimenez ha poetato; ma ancor più, un libretto che, oltre a leggersi d’un fiato, mostra una indiretta adesione del curatore alla poesia lirica del poeta spagnolo, al suo linguaggio cristallino che origina bellezza ed emozioni, in netta contrapposizione a tanta poesia intellettualistica e oscura.

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