Morire per l’Europa. Cinque pionieri dimenticati nella battaglia per l’Europa unita (1930-1944) di Antonio Tedesco, Arcadia, 2024

Redazione

 

Con la complicità di quindici soldati, nel 1938 un ufficiale dell’Esercito italiano crea a Tripoli, in Libia, un’associazione sovversiva con l’obiettivo di «lottare fino alla morte per spargere il seme dell’europeismo, nel solco del grande Mazzini».

I cospiratori vengono tutti arrestati assieme al capitano Marcello Pasquale, la cui storia, grazie alla consultazione di carte inedite della Polizia politica, prende forma per la prima volta nel libro di Antonio Tedesco “Morire per l’Europa. Cinque pionieri dimenticati nella battaglia per l’Europa unita (1930-1944)”, pubblicato da Arcadia e in libreria dal 7 giugno con la prefazione di Maurizio Ridolfi (pagine 298, 18 euro).

La storia del capitano Marcello Pasquale è una delle cinque biografie di altrettanti protagonisti dell’antifascismo e dell’europeismo italiano, poco noti o dimenticati, che tra le due guerre mondiali e durante la Resistenza hanno lottano non solo per liberare l’Europa dai totalitarismi, ma per unire in una federazione gli stati del Vecchio continente e porre fine ai nazionalismi, agli imperialismi e ai conflitti.

Accanto alla vicenda del capitano Pasquale l’autore indaga le vicende di Giorgio Braccialarghe, (anarchico, poi repubblicano, tra i fondatori del Movimento federalista europeo), Libero Battistelli (precoce europeista, morto durante la Guerra civile in Spagna), Eugenio Colorni (socialista, coautore del Manifesto di Ventotene, ucciso dai fascisti pochi giorni prima della liberazione di Roma) e Mario Pistocchi (che, però, nel 1941 tradirà la causa europeista).

 

 

Lascia un commento