Poesia di Giovanna Sicari  

 

di Barbara Gortan

 

Arrivati all’ora zero dell’esplorazione costeggiando la secca palude, vicini al muro

credemmo che la campagna tendesse

tranelli.

Divertiti, infrangendo il vetro, ci prendemmo

come se il muro fosse zattera, battito

di un nostro privato martirio.

Dormivano i corpi dopo la valanga del giudizio

stesi lontano dalla rivalità,

ci chiamammo terra di spighe

con i polsi in fondo bagnati, ridevamo

in un lago con le maglie incrociate scandagliando le nostre fibre.

 

(In Sigillo, Crocetti,1989)

 

(In copertina: Richard Avedon [particolare])

 

 

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