Ti sfido! di Anna Vivarelli, con disegno di Amedeo Macaluso, Sinnos editrice, 2024

di Cosimo Rodia

 

Anna Vivarelli compie un’operazione avvincente, tangente alla biografia, alla cronaca giornalistica, alla ricerca storica, all’articolo di costume; e con la consueta narrazione, sempre rapida ed ironica, offre ai lettori uno sguardo sulle tendenze culturali e sociali del periodo in cui si muovono gli attori trascelti. Dai diversi quadri umani presenti in Ti sfido!, il lettore ha la possibilità di comprendere sia come siano cambiati i valori, le mode, le abitudini della società, sia come alcuni atteggiamenti umani si ripropongano nel tempo, perché costitutivi del genere.

Così, Vivarelli attinge dalle cronache sette casi che ruotano intorno a sfide personali e imbastisce altrettanti racconti, infarciti di imprese straordinarie, di vezzi individuali, di intemperanze, di uomini conosciuti per meriti creativi, convinta, probabilmente, che la vita delle persone di successo costituiscano non solo un elemento gossipistico, ma anche un modo per evidenziare o una vita esemplare o una esecrabile, delineando una pedagogia dell’esempio, di cui la letteratura è prodiga.

Nella premessa, l’autrice richiama il senso della competizione presso i greci e il concetto d’onore appalesato nei poemi omerici. Nel primo capitolo, è la volta di una sfida esilarante tra due signore alla fine del ‘700, motivata dall’aver attribuito più anni di quelli anagrafici a una tale Lady Braddock, la quale “deve ammettere che le osservazioni sulla sua faccia autunnale, sui gigli e le rose che sbiadiscono…” hanno l’obiettivo di offendere. Così la rappresentazione si snoda sul filo dell’ironia, tra fatti di cronaca, aspetti di costumi e documenti storici.

Il secondo capitolo affronta il duello mortale del poeta russo Puskin; una narrazione tra un racconto d’appendice e un romanzo rosa, coi sentimenti che furoreggiano, stuzzicati da intrighi, corteggiamenti e duelli. Il poeta amato dallo zar, Nicola I, ha una moglie bellissima e com’era nel costume aristocratico, gli apprezzamenti alle belle donne si facevano apertamente. Così, vista la moglie insidiata da un ufficiale olandese e accecato dalla gelosia, il poeta lancia il guanto di sfida e nel duello muore. Un racconto di avventura umana avvincente, dove non mancano i richiami a fatti storici, come ad esempio il vitalizio concesso dallo zar alla ‘bella’ vedova.

L’altro capitolo dà conto dell’odio acceso tra due paleontologi, uno ricco (Cope) e l’altro accademico (Marsh) che hanno avuto il grande merito di classificare gli animali preistorici, ma che spesso il loro lavoro è stato frenato dall’astio personale; la chiusa è una nota di biasimo: essere ricordati più per il “loro orribile carattere”, che per quanto hanno fatto per l’umanità.

Un altro quadretto è riservato a due noti personaggi italiani: Filippo Tommaso Marinetti e Felice Cavallotti, entrambi ardenti, infiammabili, rissosi che per il loro alto senso dell’onore, hanno accettato in successione duelli, l’ultimo dei quali per Cavallotti si rivelerà mortale.

Una bellissima storia di faida familiare è quella di due fratelli tedeschi che iniziano a fabbricare scarpe, si arricchiscono nel periodo nazista, ma nel secondo dopoguerra, per una insanabile rivalità, i due dividono la grande fabbrica, sancendo la nascita di ADIDAS e della PUMA, l’una affiancata all’altra, con una ostilità conclusa solo nel 2009, quando si gioca una partita di calcio tra i dipendenti delle due aziende: “Tutti indossavano divisa e scarpe della concorrenza”.

Avvincente è il contrasto, infarcito di gossip, cronaca e storia, tra Pollock e de Kooning, due maestri dell’arte contemporanea, con uno spaccato formidabile sul dietro le quinte del mondo artistico, sui vizi umani, sulle logiche di mercato, sulle nuove forme di mecenatismo.

L’ultimo quadretto è rivolto alla sfida del secolo tra gli scacchisti Bobby Fischer e Boris Spasskij, svolta a Reykjavìk nel 1972. Dopo una breve biografia di ognuno, funzionale a mostrare le personalità diverse dei due campioni, Vivarelli sottolinea come la sfida contenesse anche un risvolto politico, in continuità col contrasto tra le due superpotenze: USA e URSS. Affascinante è la parte che scandisce le fasi degli incontri; come non meno convincente è la narrazione dei decenni successivi alla grande sfida, in cui Spasskij, divenuto nel frattempo di nazionalità francese, si spende per l’irrequieto e disordinato Fischer, caduto in rovina per via del suo carattere eccentrico, smodato, asociale, nonostante il suo QI 180. Spasskij lo accettava per quello che era, convinto della sua genialità.

Un volume dunque di notizie, di personaggi leggendari, di tanta vita vissuta, di tanti errori, ma anche di grandi gesti d’umanità, con la possibilità di leggere in filigrana un grande insegnamento, ovvero far intendere al giovane lettore cosa potrebbe succedere o cosa attendersi per chi vive sopra le righe, senza il controllo dei propri sentimenti e dei propri istinti; così il volume predispone, indirettamente, ad aderire alla vita esemplari, aborrendo i vizi che ammorbano la vita.

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