Poesia di William Shakespeare

scelta da Barbara Gortan

 

Sonetto l

Alle meraviglie del creato noi chiediam progenie

perché mai si estingua la rosa di bellezza,

e quando ormai sfiorita un dì dovrà cadere,

possa un suo germoglio continuarne la memoria:

ma tu, solo devoto ai tuoi splendenti occhi,

bruci te stesso per nutrir la fiamma di tua luce

creando miseria là dove c’è ricchezza,

tu nemico tuo, troppo crudele verso il tuo dolce io.

Ora che del mondo sei tu il fresco fiore

e l’unico araldo di vibrante primavera,

nel tuo stesso germoglio soffochi il tuo seme

e, giovane spilorcio, nell’egoismo ti distruggi.

Abbi pietà del mondo o diverrai talmente ingordo

da divorar con la tua morte quanto a lui dovuto.

(in Sonetti, Feltrinelli, 2013)

 

(In copertina la fotografia  di Saul Leiter [particolare])

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