Poesie di Salvatore Toma

scelta da Barbara Gortan

 

 Non mi riusciva ancora di capire

come facessero a nascere

in cosí poco tempo

tele di ragni tanto bianche

sui cornicioni del vicino castello

che portato da chissà quale vento

quale remota bufera

un fiore di gardenia era spuntato

accanto al nostro nido d’amore

dove grappoli d’uva dorata

nascevano dalle crepe

nella notte celeste.

Eravamo tornati da un film

mai visto

quando ti presi lí sulla terrazza

nuda

e tutto mi permettevi di fare

tranne di baciarti.

Mi sfuggivi

sul filo di un lontano tramonto

nel cielo aldilà delle verdi colline

desolate nel gioco della sera

negli ultimi rintocchi animali.

Ti presi in braccio

come si tiene un ragazzino

le tue gambe intorno ai miei fianchi

e ridevi

riversa all’indietro la testa

ridevi felice

illuminata dalle prime stelle.

 

(In Canzoniere della morte, Einaudi, 1999)

 

(In copertina: fotografia di Paul Ronald  [particolare])

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