Ciao, maestro. Ciao, ragazzi di Angelo Petrosino, Einaudi, 2024

di Maria Pia Latorre

 

Torna in libreria Angelo Petrosino con il nuovo “Ciao, maestro. Ciao, ragazzi”, per Einaudi (2024), sempre in tandem con l’illustratrice Sara Not, con la quale si è creato un inossidabile tandem che puntualmente sforna libri per ragazzi uno più bello dell’altro.

Qui il maestro d’Italia racconta se stesso (nei panni di Eugenio) e la sua lunga carriera d’insegnante alle prese con animate scolaresche della periferia del Nord d’Italia. “A scuola bisogna andare per forza, ma tutto diventa meraviglioso quando c’è un maestro che racconta storie stupende, sa ascoltare i suoi alunni e li aiuta a crescere, facendosi complice delle loro piccole e grandi scoperte”, si legge in quarta di copertina. Ed è certamente Angelo Petrosino il maestro che racconta storie stupende e ne ha fatto prima strumento della propria didattica, poi fonte ispiratrice per tantissimi bei libri.

Il mondo dei ricordi sono il focus di quest’ultima opera, che si apre con una prima parte introduttiva in cui è il maestro a muoversi sulla scena con i racconti degli inizi di carriera, le prime supplenze, e poi i segreti di un ripostiglio, con quaderni, diari, foto che racchiudono un mondo di affetti, di legami, di esperienze importanti tra i banchi di scuola. Vita che, riflettendo su se stessa, si fa Vita con la lettera maiuscola.

Alla prima parte, introduttiva dei temi del volume, segue la seconda parte, la più corposa, con le storie di Giorgio, Graziella, Gregorio, Mara e gli altri sette ragazzi protagonisti di avventure che rappresentano novità esperienziali, ma anche semplicemente sono situazioni in cui i piccoli sono alle prese con i quotidiani problemi di crescita. Vivere nei panni di un bambino non è cosa da poco, per tutte le difficoltà che ogni bambino si trova ad affrontare nella seppur propria breve esistenza; Angelo Petrosino, che i bambini li conosce benissimo, si fa testimone di storie e ce le dona, attraverso il gesto gentile della sua penna.

Racconti delicati ma anche drammatici, come la bimba rimasta orfana che vive con la nonna, semplici e ritmati, che non ci stancano mai e che ci sanno parlare di paure, emozioni, avversità, sensi di solitudine e inadeguatezza, marachelle di vario genere e chi più ne ha più ne metta. È il mondo infantile scandagliato e indirizzato verso una profonda valorialità che è dell’autore.

Va nuovamente sottolineato che Angelo Petrosino riesce a trasformare la percezione della tragicità di eventi sconvolgenti in accadimenti naturali, da accettare per come si verificano. Il bravo autore pugliese ha la capacità di saper raccontare i fatti con tono pacato, sa scegliere le parole giuste e riesce a dosarle in maniera sapiente. Le storie sono ricche di ricordi di bambini speciali, tenaci, leali, curiosi, da cui lo stesso maestro molto ha imparato.

Il linguaggio adottato da Petrosino è fluido, paratattico, con dialoghi asciutti che si fanno serrati nei momenti strutturali e fondamentali. Come i tanti precedenti volumi, anche “Ciao, maestro. Ciao, ragazzi.” è un suggestivo invito alla riflessione, utile come strumento di stimolo alla fantasia per cui si consiglia la lettura dagli otto anni in su.

Nell’epilogo di questo bel volume cartonato si chiude felicemente la cornice apertasi nella prima sezione con un interrogativo: “I ricordi sono una bella cosa, ma quando sono troppo stancano. Non crede, signor maestro? Allora Eugenio, che era ancora giovane, non aveva saputo rispondergli. Oggi, forse, gli avrebbe dato un po’ ragione”. Un solo appunto. Nel titolo la “m” di maestro sarebbe dovuta essere maiuscola.

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