Poesie di Marina Ivanovna Cvetaeva

scelta da Barbara Gortan

 

dal ciclo “Il Commediante”

Ricordo una notte sul declinare di novembre.

 

Ricordo una notte sul declinare di novembre.

Nebbia e pioggia. Alla luce d’un lampione

il vostro tenero viso – incerto e strano, alla Dickens fioco e nebbioso,

il petto con i brividi, come i mari invernali…

 

E il vento soffiava, e la scala s’avvolgeva…

Dalle vostre labbra non distogliendo gli occhi,

mezzo ridendo, Intrecciando le dita a nodo,

lo stavo in piedi come una piccola Musa,

innocente come l’ora più tarda…

E il vento soffiava, e la scala s’avvolgeva…

 

E su di me da sotto le stanche palpebre

fuiva una moltitudine di incerte speranze;

sforate le labbra, lo sguardo serpeggiava via…

Così un serafino, angustiato e protetto

dalla misteriosa santità degli abiti,

seduce il mondo – di sotto le stanche palpebre.

 

Oggi è di nuovo una notte dickensiana.

E di nuovo piove e di nuovo non si può giovare

né a me, né a voi – e di nuovo scrosciano le grondaie,

e vola la scala… E le stesse labbra….

E lo stesso passo, già frettoloso lontano –

laggiù – chissà dove – nella notte dickensiana.

(In Poesie, Feltrinelli, 2014)

 

(In copertina: foto di Luigi Ghirri [particolare])

 

 

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