Addio a Domenico Volpi

di Angelo Nobile

 

Ci ha lasciati alla soglia dei cento anni Domenico Volpi, decano della letteratura giovanile, già caporedattore (e di fatto direttore) de “Il Vittorioso”, co-fondatore del GSLG e a lungo suo presidente, anima per tanti anni di “Pagine giovani”, che da bollettino di pochi fogli è oggi assurto alla dignità di periodico “scientifico”. La rivista gli aveva dedicato un corposo e affettuoso inserto monografico in occasione dei suoi 90 anni, al quale rimandiamo per una più completa conoscenza dell’uomo, dello scrittore per ragazzi, del brillante saggista, cui avevano già rivolto un documentato saggio Daniele Giancane e Cosimo Rodia (Domenico Volpi, edizioni Pugliesi, 2005). Lucidissimo e attivo sino all’ultimo  (ancora di recente ha scritto per il “Pepeverde” una lunga recensione  del volume curato da Alessandra Mazzini e da me, Quale letteratura per l’infanzia, Marcianum Press, 2024), ci ha lasciato una testimonianza e un esempio di operosa laboriosità, di passione per il libro e di una fede coerentemente vissuta. Nel corso della sua lunga esistenza, ha instancabilmente promosso libro e lettura in tutta Italia, attraverso incontri con l’autore, attività di animazione,  conferenze, iniziative varie e per il tramite di innumerevoli articoli su quotidiani e riviste e di una ricca saggistica in volume. Intensa la sua attività di scrittore per ragazzi, con libri ricchi di valori umani e civili, a carattere avventuroso, fantastico, fantascientifico, umoristico, divulgativo e biografico. Attivissimo anche nel campo della critica del libro per ragazzi, nella quale è da segnalare, accanto alla sua indipendenza di giudizio, la fine sensibilità psico-pedagogica e didattica, umana e sociale, che – instancabile lettore – gli consentiva, nei giudizi critici sulle proposte narrative rivolte all’infanzia, e soprattutto nelle recensioni, di cogliere motivi di forza e di debolezza che solitamente sfuggono ai più. Ha lottato fieramente contro opportunismi, nuovi conformismi, commercializzazioni, ideologizzazioni e strumentalizzazioni del libro per ragazzi, per una letteratura assiologicamente orientata, rispettosa della personalità del minore, rappresentando una coraggiosa “voce fuori dal coro”, come amava definirsi. Possiamo rammaricarci che non sia stato adeguatamente riconosciuto dalla critica del settore, a lungo allineata su altre posizioni ideologiche e culturali rispetto alle sue convinzioni di cattolico militante, impegnato sul piano valoriale a contrastare la deriva neoinichilista e anarcoide che gli sembrava monopolizzasse molta scrittura per ragazzi e la relativa critica.

La sua impegnativa eredità è stata da tempo raccolta da Caudia Camicia, che ne prosegue l’opera con generosa dedizione, in unità di intenti e con illuminate strategie. A lei un augurio per il presente e per il futuro.

Di Domenico non possiamo non ricordare, tra le tante doti umane, la capacità di ascolto dell’altro e le connesse attitudini empatiche, la sua disposizione conviviale e, non ultimi, l’inesauribile inventiva, il fine umorismo e il gusto per la battuta. Ancora al  pronto soccorso, dove era stato portato a seguito della caduta che  gli sarebbe stata fatale, non cessava di meravigliare i medici con le sue battute scherzose.

Concludo questo primo e provvisorio ricordo partecipando di seguito le rime augurali che Domenico aveva inviato lo scorso Natale, come tutti gli anni, agli amici più stretti:

 

AUGURI DI NATALE 2024 e CAPODANNO 2025

Passa un giorno, passa l’altro…

Quando avremo un buon Governo?

Sarà come fare un terno!

Il politico più scaltro

pensa solo ai sondaggi

e poi muove gli ingranaggi

per raggiungere il consenso

e aumentare il suo compenso.

Pensa poco a quelle terre

devastate dalle guerre,

ma all’industria delle bombe

che ha creato troppe tombe.

In Ucraina e Medio Oriente

non c’è pace per la gente,

non c’è tregua umanitaria,

tutto quanto salta in aria,

della guerra i padroni

fanno affari con i droni

e già volano i profitti

delle industrie dei conflitti.

Ma nessuno è mai capace

di parlare un po’ di pace?

Solo quel Tale vestito di bianco

di ripeterlo non è mai stanco

da sotto l’ombra del Cuppolone:

«Si fermin le armi, che taccia il cannone,

fratelli, accogliamo nel cuore il Natale:

che scoppi la TERZA PACE MONDIALE!».

 

Ciao, Domenico. Te ne sei andato in punta di piedi, come tuo stile, lasciando sul piano umano un ricordo indelebile in quanti ti hanno conosciuto e ti hanno voluto bene; nel mondo della letteratura giovanile, una traccia imperitura del tuo passaggio, con la tua nutrita saggistica e i tanti libri che hai donato alle giovani generazioni di ieri e di oggi.

 

 

 

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