Presentata a Bari: ACCADE Poesia religiosa

di Margherita Bufi

 

Accade che Cosimo Rodia, su suggerimento di Antonella Zannetti, dopo il viaggio a Cosenza e la visita del Duomo, coltivi l’idea di pubblicare un libretto di poesia religiosa.

Accade che scelga di farlo çon i componenti dell’Università della poesia J.R. Jiménez, guidata dal professor Daniele Giancane.

Accade che il lunedì letterario del 20 gennaio, presso la storica libreria Roma di Bari, sia dedicato al suddetto progetto e alla presentazione dell’opuscolo color glicine che raccoglie sedici liriche di altrettanti autori, sedici preghiere laiche, come le definisce il curatore nella premessa.

Accade che a presentare il libretto “Accade” siano tre voci interessanti del nostro panorama culturale: i professori Giancane e Rodia, poeti e critici letterari, nonché autori di numerosi volumi, e il frate cappuccino, psicologo, padre Mariano Bubbico.

Accade che siano presenti alla serata gran parte dei poeti della raccolta: Margherita Bufi, Rosa Cecere, Maurizio De Giglio, Silvia De Luca, Giuseppina Girasoli, Luigi Lafranceschina, Beatrice Lippo, Loredana Lorusso, Roberta Positano, Cosimo Rodia, Clara Russo e Giuseppe Zilli).

(Gli autori Anna Cellaro, Maria Curatolo, Giuseppe Nisi e Rocco Angelo Stano non sono riusciti, certamente a malincuore, ad assicurare la loro partecipazione.)

Introduce e anima la serata, come di consueto, il professor Giancane che esprime apprezzamento per questa nuova creatura a più voci;

passa quindi la parola a padre Mariano. “Chi non sogna non ama la poesia, l’artista sogna e vede in profondità. Isaia, ad esempio, parte da situazioni normali ma ha poi la capacità di trascendere. I poeti hanno il potere di passare dal mondo visibile al mondo invisibile, perché hanno occhi che si soffermano su sentimenti ed emozioni e la capacità di riuscire ad esprimerli. L’animo poetico è in grado di trasfigurare quello che vede. Ci sono poeti che attingono al religioso anche oggi, tra tutti il fiorentino Mario Luzi. Il mio augurio è che si continui a poetare e a diffondere poesia, bellezza e messaggi positivi.”

E declama due liriche che l’hanno particolarmente colpito: “La divina Pastora” di Roberta Positano e la poesia di Cosimo Rodia che termina con “ Spalanco la bocca, Signore, perché mi giunga almeno una briciola del tuo cibo benedetto e rimango coi morsi della Fame” Gli autori presenti sono quindi invitati a leggere le loro poesie; segue il dibattito, animato dal conduttore, da cui emerge l’eterogeneità dei testi, e per contenuto e per stile. Ogni poesia svela il rapporto tra umano e divino, tra l’io e Dio che ognuno, in modo unico e originale, ha maturato nella propria esperienza personale.

Conclude la serata il professor Rodia che ringrazia dapprima il direttore responsabile della collana, Giancane, per il suo prezioso ruolo di maestro e di guida, svolto all’interno della comunità letteraria, poi il poeta-scultore Zilli, per aver ideato il titolo della raccolta, averne curato la grafica, nonché per l’impegno profuso nella realizzazione dell’opuscolo.

Sottolinea poi come, nella silloge, siano presenti sia testi che esprimono un’adesione più palese alla religione e sia testi che invece denotano un percorso di ricerca. D’altronde – sottolinea Rodia – il bisogno di religiosità è un bisogno forte. Si pensi a quella poesia, molto prossima alla preghiera, che Baudelaire scrive prima di morire, in cui invoca Dio, affinché abbia pietà dei folli e delle folle.

Versi che secondo Mauriac, affondando nella miseria e nel dolore, ingenerano bisogno d’infinito e desiderio di bene.

Ci si lascia, dandosi appuntamento a Taranto (il 14 febbraio, presso il museo diocesano) per la seconda presentazione di “Accade”, con la convinzione che poesia e spiritualità viaggino su binari paralleli.

Entrambe indagano la profondità dell’anima, alla ricerca continua di senso; la parola arriva in soccorso, capace di dire quello che non si vede e di esprimere, tra le mille domande sulla vita, il desiderio di assoluto e di eterno che anela nell’essere umano.

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