Echi di un sud memorabile di Cosimo Rodia, Università della poesia J.R. Jimenez, 2024

di Sandro Marano

 

Echi di un sud memorabile di Cosimo Rodia, edito nella bella collana degli opuscoli di poesia a cura dell’Università della poesia J.R. Jimenez e col progetto grafico dell’artista salentino Giuseppe Zilli, è un poemetto di dieci composizioni dedicato al lavoro duro ma gratificante del contadino.

Compatta e appassionata, tutta giocata tra nostalgia e riconoscenza, tra rimpianto dell’identità perduta e approdo attuale ad altre scelte di vita, la plaquette unisce le memorie familiari a una straordinaria sensibilità poetica: «Appena il trattore prendeva la via dei campi, / l’odore della terra umida si mischiava con il fumo / dello scarico che accarezzava / il viso come l’alito di mia madre; intanto ad est / il cielo si rischiarava con il sole pronto / ad arrossare il mattino. Così erano i giorni / di vendemmia nel mio paese del vento!».

Il tono blandamente epico delle composizioni (“Il contadino s’alza al sorgere del sole quando la brina / nasconde l’erba (…) guarda il cielo, legge / le nubi e il volo basso degli uccelli.”) è temperato dalla dolcezza dei ricordi (“erano giorni animati nella casa / di mio padre quando l’uva matura / aspettava d’essere raccolta (…) E il volto / solenne di mio padre strideva / al pari delle giornaliere che programmavano / canzoni e uscite serali”).

Ai ricordi s’intrecciano strettamente – e davvero par di sentirli durante la lettura – gli odori: della terra umida della vendemmia, delle prime sfornate del panettiere, del mosto che impregnava l’aria, del ragù preparato dalla madre che ne anticipava il sapore, e così via.

Su tutto domina una visione del mondo che dava senso ad una vita, dove la fatica del lavoro agricolo si sposava all’attesa paziente e alla fiducia nella Provvidenza, perché in quel mondo il cielo era “un sordo tiranno”.

La conclusione del poemetto è un punto di domanda: è valsa la pena voltare le spalle a quel mondo, a quei valori? Aver guadagnato in apparenza, in scienza esatta, in corpi non piegati dalla fatica?

Come dichiara spesso Daniele Giancane nelle presentazioni che fa degli opuscoli di poesia, dieci poesie bastano non solo a darci l’idea del poeta, ma anche il valore della sua poesia. Riteniamo senza alcun dubbio che questa plaquette sia il miglior testo poetico che Cosimo Rodia abbia scritto. Di più, che si possa tranquillamente accostare, per argomento e incisività, al poemetto La rivoluzione del Contadino Impazzito (The Mad Farmer Poems) di Wendell Berry, nel quale il poeta ecologista americano nel denunciare l’involuzione dell’attuale società consumistica prospetta un ritorno alla terra.

 

 

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