Poesia di Milo De Angelis

scelta da Barbara Gortan

 

Ci viene restituita una corsa a Villa Scheibler,

il legno della porta, un verde esteso

per nomi e anni fino a qui, fino all’ora

più discorde, fino al luogo terminale. E tu

sorridi, ti disseti in quella goccia, accordi

le lancette del polso a quelle celesti,

episodio episodio tornato al ritmo, essenziale nudità, quel

lontano di noi che risuona, placato, nelle labbra.

*

C’è un’ora che raccoglie tutte le ore,

la lode e lo sterminio, i baci che incalzavano,

l’angolo del ginocchio, il gelo e il soprassalto

come in un appello universale giungono

con un volto ciascuna, un segno distintivo,

un soprannome, congiungono le linee del tempo

a quelle della mano e del quaderno,

alla precisione di un congedo.

*

Quell’ignoto che in pieno giorno

ci porto via, quella rosa

affranta  che appare nell’unione,

sua orbita segreta, siamo noi.

Siamo noi il luogo della cronaca

e il luogo del fiore senza età.

(In Tema dell’addio, Mondadori, 2005)

 

(In copertina: foto di Franco Fontana [ particolare])

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