Presentazione al MuDi di Taranto – 4 marzo 2025

 

Al Museo Diocesano di Taranto si è presentato l’opuscolo “ACCADE – poesia religiosa”, dell’Università della poesia “J. R. Jimenez”.

Dopo i saluti del Direttore del museo diocesano di arte sacra, don Francesco Simone, che ha definito la poesia opera d’arte, ha relazionato Monsignor Alessandro Greco (Vicario Episcopale ad omnia dell’Arcidiocesi di Taranto), con chiarezza, competenza e passione. Ha precisato che la poesia è espressione di ricchezza interiore, musicalità e ritmo, aspetti che manifestano la risonanza dell’anima, ecco perché il Cardinal Biffi ha scritto che tutti i preti dovrebbero avere a che fare con la poesia.

Attraversando i sedici testi presenti nel fascicolo, il dotto prelato ha colto il grande desiderio umano di Speranza, peculiarità già rilevata da Plutarco allorquando scriveva che le città potranno mancare di mura ma non di templi; una speranza che è apertamente ricerca di Dio.

Così ha discriminato poesie che si muovono nella certezza della fede; quelle che anelano a Dio pur attraversando il deserto; quelle di un filone cristologico; e nella classificazione ha utilizzato come canoni di rimando: Rebora, Luzi, Pomilio.

Hanno partecipato al reading i poeti di “Accade”: Margherita Bufi, Rosa Cecere, Anna Cellaro, Maria Curatolo, Giuseppina Girasoli, Loredana Lorusso, Roberta Positano, Clara Russo, Rocco Angelo Stano, Giuseppe Zilli.

Cosimo Rodia, curatore di “Accade”, ha concluso sottolineando che la poesia è contro la provvisorietà e il relativismo; essa deve rimanere lontana dai processi intellettuali, dai barocchi petrarcheschi, per caricare la parola, invece, dell’oscuro dell’umanità e permettere all’esperienza individuale di universalizzarsi.

Ha ribadito che l’uomo comune si muove sempre in cerca di un supplemento di rivelazione e tenta di rapprendere ciò che non si vede, ovvero di dire qualcosa che non si disfi col passare del tempo.

Ecco allora la seminagione sia del fascicolo sia delle sue presentazioni, che nella fattispecie, a Taranto, pur con un esiguo pubblico, è stata di grande formazione, per chi fosse predisposto ad imparare.

 

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