La ‘scia di luce’ di Tomas Tranströmer

di Barbara Gortan

 

Sotto il quieto punto volteggiante della poiana

avanza rotolando il mare fragoroso nella luce,

mastica ciecamente il suo morso di alga e soffia

schiuma sulla riva.

La terra è celata dalle tenebre frugate dai pipistrelli.

La poiana si ferma e diventa una stella.

Il mare avanza rotolando fragoroso e soffia

schiuma sulla riva.

(da 17 Poesie – 1954)

 

Il poeta Tomas Tranströmer è stato fuori dalle mode e dalle tendenze letterarie; è stato poesia fuori da ogni contingenza.

Fu giudicato inizialmente in modo ostile dai critici, per non aver preso in considerazione i grandi mutamenti contemporanei: la sua opera fu considerata da alcuni come espressione letteraria del passato modernismo, espressionismo e surrealismo.

Eppure il poeta svedese, pianista di talento, psicologo di successo, ha collezionato messe di importanti premi e poi nel 2011 è arrivato quello del Premio Nobel: era un’anima poetica del mondo, senza tempo.

 

Aprile e Silenzio

La primavera giace deserta.

Scuro come velluto il fossato

si snoda al mio fianco

senza immagini riflesse.

 

Soli a splendere

sono dei fiori gialli.

 

Mi porta la mia ombra,

come la sua nera custodia

un violino.

 

La sola cosa che voglio dire

brilla fuori dalla mia portata

come l’argento

del banco dei pegni.

 

La densità della sua opera è ricca di molteplici culture poetiche. Il suo poetare ha congiunto l’anello mancante alla poesia occidentale, fondendo e saldando versi brevi che suggeriscono un’immagine che fa nascere emozioni senza raccontarle, ne spiegarle.

Universi di armonia perfetta, matematica, che hanno in quella brevità una comunicazione puntuale, fredda, che lacera, di particolare effetto. Si nutre delle regole giapponesi delle arti marziali, dal gesto secco e deciso. Fonde le classiche tradizioni letterarie con la tecnica comunicativa che gela: acuta, lancinante, straziante, capace di produrre effetti sconvolgenti.

La sua poesia è costituita dall’essenza, quindi sostanziale, di una scrittura che esprime grandi significati in piccoli spazi.

“Il magico realista” tracciò le sue parole con dei componimenti ricchi di immagini della vita quotidiana e della natura, rileggendo la realtà con leggerezza e profondità. I suoi testi sono ispirati a ritmi e forme musicali, di una straordinaria potenza lirica.

 

Formulari di viaggio

(Dai Balcani’55)

I

Un brusio di voci segue l’uomo all’aratro.

Egli non si guarda intorno. I campi vuoti.

Un brusio di voci segue l’uomo all’aratro.

Una dopo l’altra si staccano le ombre

e precipitano nell’abisso del cielo d’estate.

 

Il

Sotto il cielo giungono quattro buoi.

Non c’è fierezza in loro. La polvere spessa

come lana. Le ali degli insetti gracchiano.

 

Si affollano cavalli magri come

grigie allegorie della peste.

Non c’è mitezza in loro. Il sole turbina.

 

III

Il villaggio odorante di stalla con gracili cani.

Il funzionario del partito sulla piazza del mercato

del villaggio odorante di stalla con le case bianche.

 

Il suo celo lo segue: alto e stretto

come dentro un minareto.

Il villaggio ad ali spiegate sul pendio della montagna.

 

IV

Un vecchio edificio si è sparato alle tempie.

Nel crepuscolo due ragazzi tirano calci a una palla.

Un veloce sciame di eco. All’improvviso il cielo stellato.

 

V

In cammino nella lunga tenebra. Ostinato brilla

Il mio orologio con l’insetto del tempo imprigionato.

 

Lo scompartimento pieno, denso di silenzio.

Nell’oscurità scorrono i prati.

 

Ma lo scriba è a metà strada nella sua figura

e viaggia là, ad un tempo aquila e talpa.

 

“La mia poesia nasce dalla scia di luce”, è così che descrive la sua opera poetica Tomas Tranströmer. Raggiunse presto il successo, e al Premio Nobel vinse con la seguente motivazione: “Perché attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ci ha dato nuovo accesso alla realtà”.

 

Storia fantastica

Ci sono giorni senza neve quando il mare s’imparenta

con i tratti montuosi, accucciandosi in grigie vesti di piume,

un breve attimo blu, lunghe ore con onde che invano

come pallide linci cercano appiglio sulla riva ghiaiosa.

In giorni come questo esce il relitto dal vivo mare in cerca dei

suoi armatori, seduti al chiasso delle città, e gli equipaggi

annegati soffiano verso terra, più sottili del fumo di pipa.

(Nel nord vagano le vere linci, con artigli affilati

e occhi sognanti. Nel nord dove il giorno

vive in una caverna giorno e notte.

Dove il solo sopravvissuto può sedere

alla fornace dell’aurora boreale e ascoltare

la musica dei morti assiderati.)

 

La scrittura del poeta metafisico è visionaria, la produzione compositiva mistica e surreale nei suoi versi, fa riflettere. Non ha mai abbandonato la professione di psicologo, infatti scende nella profondità, sveste le cose, scoprendole da quel velo setoso dell’apparenza. Nella sua scrittura originalissima, ricca di traslati, spesso i referenti delle sue metafore sono misteriosi. Profondo conoscitore della mente umana, regala al lettore differenti interpretazioni. Si possono dare una varietà di significati ai suoi scritti, che hanno una pluralità di senso. Dal significato si può rimanere sconvolti e accecati di fronte a verità supreme. Illumina la portata nascosta e velata delle cose, offendendo gli uomini “di vista debole”

 

 

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